Riceviamo e pubblichiamo la nota di Vincenzo Maria Romeo, il Responsabile UIL della specialistica ambulatoriale
"Che la Sanità in Calabria rappresentasse il comparto economico più importante, e pertanto quello che per anni ha creato i più significati deficit da parte delle ASP regionali non vi è dubbio alcuno, ma che all’inizio di un mandato da Governatore e alle porte di una campagna elettorale per le politiche diventasse oggetto di interesse mediatico tale per la scelta del Roberto Occhiuto di aprire all’ assunzione diretta di 500 medici cubani per coprire il fabbisogno professionale territoriale, ha davvero dell’ inverosimile. Ma sono due i passaggi significativi che in questo Agosto meritano attenzione da parte dei cittadini:
Si rimane attoniti dinnanzi a tali scelte, senza capirne il senso consequenziale: i medici fuggono dalla Calabria per impossibilità ad essere contrattualizzati a tempo indeterminato (la maggior parte dei concorsi indetti sono precari tempi determinati rinnovabili semestralmente che tengono con l’ acqua alla gola ogni ipotesi di sistemazione strutturale e di prospettiva), per l’ inesistente tutela che hanno nei presidi territoriali dove, messi in trincea, diventano strumento alla mercè di cittadini che riversano su loro la frustrazione di servizi inesistenti e/o inefficienti ed istituzioni che li “strizzano” all’ inverosimile ben oltre le 38-40 ore di contratto senza alcuna riconoscenza ne retribuzione, nonché per la conosciuta impossibilità di meritocrazia che non consente di costruire carriere se non altrove, per logiche territoriali di “baronato” che ben si conoscono.
Era così semplice utilizzare i soldi dati in più ai manager, nonché quelli previsti da questo scellerato accordo, per coprire bene e pagare dignitosamente il personale sanitario, rispettare gli extra e la disponibilità che viene data, nonché consentire di aumentare il rapporto numerico medico-paziente atto a poter tenere aperte o programmare unità operative semplici o ambulatori che oggi risultano a rischio chiusura, o lo sono già.
Se si può derogare per il fabbisogno su procedure d’ urgenza per i medici cubani, per quale motivo non lo si può fare per quelli calabresi che annualmente completano gli studi e fuggono al Nord? Senza parlare ovviamente della valutazione di compatibilità dei titoli, dei CV studiorum, delle problematiche linguistiche, e di quant’ altro.
Non era forse Occhiuto ad aver iniziato il suo mandato dicendo che avrebbe fatto rientrare in Calabria professionisti e risorse emigrate al Nord dando loro la possibilità di dare il loro contributo verso la loro regione natia? Quale logica politica c’è dietro questa scelta?
Il sindacato UIL FPL prende posizione di biasimo per quanto avvenuto, nell’ intenzione di tutelare i medici calabresi in tutte quelle forme che possano essere messe in atto per dare loro la giusta dignità lavorativa, e consentire, se davvero queste ingenti somme sono disponibili, di consentire una programmazione veloce ed efficace di servizi sanitari da presentare ai cittadini per non solo coprire il fabbisogno in urgenza, ma evitare l’emigrazione sanitaria di personale ed utenti".
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