“Parlare di doppia facoltà di Medicina in Calabria è una sciocchezza” con questa battuta il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo liquida il problema e le preoccupazioni su una possibile istituzione di una Facoltà di Medicina a Cosenza, tanto che la nascita della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia Td (Tecnologie digitali), non è il preludio di una preoccupazione che serpeggia in città. Ma, Abramo ha aggiunto di più. Che il Rettore della Magna Graecia ha nei fatti “garantito l’Ateneo cittadino”(?), perché l’accordo sottoscritto garantisce a Catanzaro di fornire i docenti al nuovo corso; è garantito peraltro che a Cosenza non può nascere una nuova Facoltà di Medicina, parola di Abramo, perché servirebbe un ospedale dedicato ed accreditato che non nascerebbe prima di dieci anni. Questa è la storia rappresentata dal sindaco Abramo, che da una parte “santifica” il Rettore De Sarro, mentre dall’altra “sotterra il sentire” della città di Catanzaro, etichettata come provinciale perché abituata soltanto a immaginare complotti ed a lagnarsi. Noi non ci crediamo, non sottoscriviamo la visione di Abramo per alcune motivazioni". Lo afferma in una nota l'associazione Antonio Nisticò de i I Quartieri.
"Ci chiediamo perché la città ha dovuto scoprire a posteriori, come sempre, l’esistenza di questo accordo fra Umg ed Unical? Il sindaco Abramo sapeva di quanto stava avvenendo, o anche a lui è stato nascosto tutto? Le categorie professionali, come l’Ordine dei Medici di Catanzaro, le Organizzazioni Sindacali perché hanno taciuto a quanto è stato loro presentato il 10 dicembre 2020? Il famoso consigliere comunale di Catanzaro “assenteista-giustificato”, dott. Enzo Ciconte, nonché presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Catanzaro, perché ha taciuto? Le rappresentanze studentesche della Magna Graecia, quelle politicamente targate da sempre prone e servili ai voleri del Rettore, erano anche loro non informate? Ognuno risponderà prima alla propria coscienza, poi alla città. Così come anche il prof. Nicola Fiorita saprà e dovrà dire se conosceva l’arcano, salvo che anche lui non si dichiari “negazionista” come il sindaco Abramo. Sarebbe un buona piattaforma, nuova peraltro, di non confessati obiettivi politici futuri ed un calmante per possibili mal di testa, dei vertici e colleghi dell’Unical di Cosenza. C’è da dire che mentre Ciconte e l’Ordine dei Medici di Catanzaro tacevano alle necessitate dei “baroni” universitari, l’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro avanzava qualche dubbio, ricordando al distratto Rettore De Sarro che a Catanzaro nella Magna Graecia: esiste da circa venti anni, un corso interateneo di Ingegneria Biomedica, quello che forma una figura professionale nata proprio come punto di congiunzione tra la scienza medica e quella ingegneristica di assoluto impatto specialistico e consolidato nel settore sanitario. Dimostrazione di quanto stretto sia il cammino di una formazione concorrenziale che non si regge sui giochi di prestigio, mettendo in luce l’inadeguatezza di certa classe dirigente, degli improbabili “parvenu” politici, che si è manifestata con la dichiarazione dell’Assessora regionale Savaglio: “Finalmente, anche in Calabria arriva una disciplina di punta che applica la tecnologia alla salute” , riferendosi al parere favorevole della Giunta Regionale durante la riunione del 04 Febbraio 2021, che riconosceva il corso di laurea a Cosenza, fra la dimenticanza e la sudditanza di tutti. Come se prima dell’arrivo dei “professori sul cavallo di Alarico”, colleghi dell’Assessora Savaglio, la Calabria fosse rimasta terra arida", continua Nisticò de i Quartieri.
"Ecco che si capisce che il futuro temporale della Magna Graecia è di dieci anni. L’ha detto Abramo parlando dei tempi di realizzazione del nuovo ospedale universitario a Cosenza, mentre non si capisce quale sarà lo sviluppo dell’ateneo catanzarese e del suo policlinico, che continua a ragionare con la logica “Campanella” facendo debito e clientele, senza contare lo scorrere del tempo e le sfide globali. Verrà il giorno che, il Rettore in carica annuncerà la rinuncia dell’ateneo alla città, così come fece Papa Benedetto XVI al Concistoro dei Cardinali, per “ingravescente aetate”. Per essere un realtà universitaria “vecchia” per anagrafe mentale e comportamentale, nonostante “giovane” di esistenza… Ecco la controriforma firmata da De Sarro e da quella parte della città di Catanzaro, che non vuole bene nemmeno a se stessa", conclude l'associazione.
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