Medicina. Specializzandi scendono in piazza il 29 a Reggio Calabria per la riforma della formazione post laurea

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images Medicina. Specializzandi scendono in piazza il 29 a Reggio Calabria per la riforma della formazione post laurea
Foto di archivio
  23 maggio 2020 20:58

di GIORGIA RIZZO 

Carenza di medici specialisti negli ospedali e blocco del sistema formativo per i laureati in medicina, giovani che scalpitano al di fuori delle strutture ospedaliere in attesa di proseguire il proprio percorso formativo che rappresenterebbero una vera e propria risorsa umana, fondamentale nei momenti di emergenza sanitaria come quella attuale, capace di sostenere il sistema sanitario nazionale.

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Una situazione "malsana e contraddittoria", denuncia un coordinamento che riunisce medici neoabilitati, camici grigi, medici in formazione specialistica e corsisti di medicina generale ma anche associazioni e gruppi di rappresentanza che lanciano la mobilitazione, per una riforma radicale e a tutto tondo del sistema della formazione post-laurea di medicina. Il coordinamento si mobiliterà anche in Calabria. Venerdì 29 maggio, si scenderà in piazza Italia a Reggio Calabria dalle 10.30 alle 15, in contemporanea con altre piazze italiane. 

"Abbiamo visto come la carenza di personale sia un danno per tutta la popolazione: l’emergenza COVID-19 ha scoperchiato un vaso di Pandora che da anni veniva volutamente ignorato dalla politica - si legge in una nota firmata da Associazione Salviamo Ippocrate, Chi si cura di te?, ER - Ex Rappresentanti in prima linea, Farmacia Politica, Link Area Medica, Materia Grigia, Segretariato Italiano, Giovani Medici - Oggi, di colpo, ci accorgiamo degli effetti di tutti i tagli alla Sanità dell’ultimo decennio, pertanto, è necessario ora più che mai rivedere la programmazione del personale sanitario. L’equazione è semplice e immediata: se mancano i Medici, l’intero sistema lavora in un continuo stato di precarietà, rischiando il collasso quando la richiesta di cure è superiore al normale

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I Medici specialisti in ospedale sono pochi, - spiega il cordinamento - eppure sono tantissimi quelli che restano fuori dalle sue porte, in attesa di proseguire il proprio percorso di formazione. Questi sono i cosiddetti “camici grigi”, Medici neolaureati che sono rimasti esclusi dalle Scuole di Specializzazione e dal corso di Medicina generale per carenza di posti. Negli anni, l’accumulo dei camici grigi ha progressivamente costituito e alimentato il cosiddetto “imbuto formativo”. Quello che chiediamo è che questo “imbuto formativo” venga annullato, dando la possibilità a tutti i Medici di accedere al percorso post laurea e permettendo, di conseguenza, di rispondere concretamente alla richiesta di personale sanitario negli ospedali e sul territorio.

Richiediamo inoltre una revisione della figura dello specializzando che ancora oggi viene visto come un semplice studente quando in realtà è un Medico in formazione: è necessario una modifica del contratto che lo renda lavoratore a tutti gli effetti - prosegue la nota - Assistiamo in questi giorni a una tempesta di numeri, spesso svianti, ma quello che è certo è che 4.200 posti in più nelle Scuole di Specializzazione non risolveranno il problema. C’è bisogno di una riforma che includa un rapporto 1:1, un ampliamento della rete formativa, una revisione delle condizioni contrattuali dello specializzando e una valorizzazione della Medicina Territoriale.

La Mobilitazione Permanente che è nata si rivolge non solo ai tanti colleghi rimasti incastrati nell’imbuto formativo, ma alla popolazione intera, perché in ballo non c’è solo il nostro futuro, ma quello del Servizio Sanitario Nazionale. Il simbolo di questa protesta è una X sulle mascherine e un numero, 29. Infatti, il 29 maggio si terrà un grande atto di resistenza: ci ritroveremo nelle maggiori piazze italiane e lì lasceremo un camice, una scatola di farmaci vuota, oggetti simbolo di una Sanità abbandonata a se stessa.

Vogliamo essere i protagonisti del nostro Servizio Sanitario Nazionale - conclude la nota - Vogliamo fare il nostro lavoro da Specialisti e non da Medici precari. Crediamo che questa battaglia debba essere di tutti e quindi facciamo un appello a tutti i cittadini affinché scendano con noi in piazza il 29. E per chi non lo potrà fare chiediamo di porre il simbolo della rivolta sulla mascherina, oggetto diventato oramai di uso comune". 

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