Medico aggredito nell'ospedale di Locri, la solidarietà del presidente del Consiglio regionale

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Il presidente del consiglio regionale Giovanni Arruzzolo
  27 giugno 2021 14:24

L’intollerabile aggressione di cui è stato vittima il dr. Francesco Rispoli all’interno del reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Locri va condannata e perseguita senza tentennamenti. Esprimo la mia personale solidarietà e vicinanza al dr. Francesco Rispoli, medico apprezzato e ben voluto in ambiente ospedaliero, conosciuto e stimato per la sua professionalità e disponibilità nei confronti dei pazienti, che ha sempre assistito con impegno e competenza. 

 

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Un luogo pubblico, come l’ospedale di Locri, ed in questo specifico caso, un presidio sanitario bene della collettività, istituito come servizio al territorio, non può diventare terra di nessuno dove ogni problema viene risolto non solo con un’aggressione ad un ‘pubblico ufficiale’, nell’esercizio delle sue funzioni, ma con la devastazione di un intero reparto. Sono contento che le Forse dell’Ordine abbiano già individuato i responsabili di un gesto che definire vigliacco e criminale è poco. Spero tanto che l’Autorità Giudiziaria persegua e chieda conto a queste persone delle loro azioni. Pur in presenza di annose problematiche che l’affliggono la sanità calabrese, in ogni sua articolazione territoriale, e nel personale sanitario che vi lavora, non può esse oggetto di azioni di questo genere, che rappresentano, come è stato detto, comportamenti da far west che non possono trovare alcun posto nella società civile.

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Un’aggressione, peraltro, secondo i fatti immotivata ed ingiustificabile, di fronte al comportamento del dr. Francesco Rispoli che ha pedissequamente rispettato i rigidi protocolli imposti dalle normative sanitarie nazionali e regionali. Medici, operatori tutti, cui va riconosciuto il merito, non dimentichiamolo, di aver affrontato, con responsabilità e grande resilienza una delle crisi sanitari più difficili dell’era moderna, quella del covid-19. Non finiremo mai di ringraziare tutti gli operatori sanitari calabresi per la dimostrazione che hanno dato di attaccamento al loro lavoro, di spirito di adattamento, di caparbietà, nell’affrontare una sfida sconosciuta al mondo intero. Un impegno mirabile, ammirevole, che non può essere oggi ripagato con un’aggressione personale e lo sfogo rabbioso contro strutture pubbliche di cui tutti dobbiamo essere rigorosi custodi”.

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