"Come se non bastasse la crisi covid-19 assistiamo, sconvolti, ai terremoti istituzionali in atto". E' quanto si legge in una nota stampa degli attivisti del Meetup Reggio 5 Stelle. "Oggi ci soffermiamo su due vicende molto rilevanti per la comunità, - proseguono i Meetup - il caso Avr che fa tremare l’intera amministrazione comunale di Reggio Calabria (ed anche alcuni personaggi in regione) e il caso Palamara che tiene con il fiato sospeso anche molti esponenti della magistratura locale. Si chiama “Helios” l’indagine nella quale sono coinvolti non solo i vertici dell’azienda Avr, ma anche diversi amministratori pubblici. Il pm antimafia Stefano Musolino ricostruisce i rapporti tra la ‘ndrangheta, amministrazione comunale/regionale e l’azienda romana insediatasi nel territorio reggino sin dal 2009, anno in cui la provincia di Reggio Calabria affida i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria all’Avr".
"Tredici persone sono indagate nell’inchiesta della Dda - si legge ancora sulla nota - che ha portato all’amministrazione giudiziaria le società Avr e Ase. Tra loro due dipendenti della Avr accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, e 8 amministratori del Comune di Reggio Calabria, del Consiglio comunale, della Città Metropolitana, del Consiglio regionale ed ex Provinciale e del Comune di Taurianova ai quali sono contestati reati contro la Pa per indebite pressioni per l’assunzione di personale segnalato. Sono indagati l'ex consigliere regionale Giovanni Nucera, l'assessore comunale di Reggio Calabria Giovanni Muraca, i consiglieri comunali di Reggio Filippo Quartuccio (che è anche consigliere metropolitano con delega alla Cultura), Rocco Albanese, Antonino Castorina (anch'egli consigliere metropolitano con delega al Bilancio); Fabio Scionti, ex sindaco di Taurianova".
Ed ecco che tra i nomi degli indagati spuntano i “nuovi” volti della politica regionale, - sottolineano i Meetup - ovvero l’assessora della presidente Santelli, Domenica Catalfamo (indagata per corruzione), mentre pesante è il coinvolgimento del vicesindaco di Reggio Calabria Armando Neri il quale abusando dei suoi pubblici poteri esercitava indebite pressioni sui dirigenti della società privata Avr s.p.a. con il fine di raccomandare l’assunzione di una persona di sua conoscenza. Una pratica questa ereditata dalle precedenti amministrazioni che, con questi “trucchetti” tentano di accrescere il proprio "peso politico" e aumentare così il consenso elettorale, perché, ricordiamolo, questi son i metodi adottati dalla politica locale per amministrare la città. Riprovevole è poi la condotta del consigliere Castorina il quale, tramite la Catalfamo Domenica (Dirigente del Settore Viabilità della Città Metropolitana) esercitava indebite pressioni sui dirigenti ed amministratori dell’AVR con lo scopo di ottenere un atteggiamento più “compiacente” nei confronti delle richieste sue e degli altri amministratori della Città Metropolitana in materia di assunzione del personale, di sponsorizzazioni ed altro…".
"I senatori del Movimento 5 Stelle nel dicembre 2019 avevano già interrogato in aula il Ministro dell’Interno chiedendo se: "non reputi anomalo che a una società con i descritti rapporti con soggetti afferenti alla criminalità organizzata, e alla quale non viene rinnovato l'inserimento in white list dal 2017, siano affidati appalti di rilevante portata su tutto il territorio nazionale" e "se risulti che la posizione di AVR S.p.A. sia stata correttamente verificata e approfondita”. Questo Meetup chiede, nel rispetto dei calabresi, - incalzano - le immediate dimissioni volontarie da parte di tutti gli amministratori coinvolti nell'ambito delle inchieste sulla ‘ndrangheta in quanto non è concepibile amministrare la cosa pubblica dovendo difendersi dalle accuse della Procura di Reggio. Queste dimissioni eviterebbero ulteriori umiliazioni ai calabresi che sono costantemente additati come “collusi” e accondiscendenti con la mafia".
"Data la rilevanza politica e istituzionale, - chiosano i Meetup - auspichiamo che la summenzionata vicenda non sia in qualche modo disturbata dalla gigantesca trama clientelare che ha origine al CSM da Luca Palamara, calabrese, accusato di corruzione, divulgazione di informazioni riservate e scambio di favori, una brutta storia la “Magistratopoli” che ha provocato la grave perdita di credibilità nei confronti dell’opinione pubblica. Ma è grazie alla spazzacorrotti (la legge anticorruzione n. 3 del 9 gennaio 2019 voluta dal MoVimento 5 stelle) che si è potuto ricorrere all’uso dei trojan nei cellulari e ricostruire così i rapporti tra diversi magistrati i quali bramavano per la propria carriera anche a costo di calpestare etica professionale e diritti altrui. Ed in queste intercettazioni sono coinvolti nomi impensabili: il procuratore capo Giovanni Bombarderi, il procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni, l'ex procuratore generale Dino Petralia (oggi nominato a capo del DAP, dopo la bufera che ha investito il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e il vertice da lui nominato, Francesco Basentini), il giudice reggino Tommasina Cotroneo che chiama Palamara "orsetto", "orsacchiotto" o “pupazzo” e gli ricorda che lei “senza lui non sarebbe niente” o "Io per te mi farei uccidere”, ma i rapporti sono fitti anche con Concettina Epifanio, l’attuale presidente del Tribunale di Palmi ed anche con il presidente del Tribunale di Castrovillari, Natina Pratticò".
"Nelle intercettazioni trascritte ci sono anche i nomi di Francesco Mollace e Giuseppe Lombardo ma il nome più rilevante è quello di Marco Minniti, l’unico con il quale il ruolo di deus ex machina è invertito. Insomma, un romanzo, a tratti grottesco, che mette in luce tutta l’ “umanità” della magistratura. Siamo preoccupati, quello che sta succedendo in Calabria è molto grave e destabilizza gli assetti politici e istituzionali. Noi del Meetup Reggio 5 Stelle siamo cittadini impegnati quotidianamente per migliorare la società e il nostro territorio e questi episodi ci spronano ulteriormente a lavorare con tutte le forze civiche sane per estirpare la cultura mafiosa e la corruzione permeata a tutti i livelli. Confidiamo nei valori del Movimento 5 Stelle, - conclude la nota degli attivisti del Meetup Reggio 5 Stelle - crediamo che sia l’unica corrente ideologica che possa attrarre quel consenso di opinione in grado di liberare il nostro territorio dalla mafia".
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