Nota dei consiglieri Comunali Stefano Veraldi (Riformisti Avanti), Valerio Donato (Rinascita),
Gianni Parisi (Rinascita).
Gianni Parisi (Rinascita).
L’amministrazione comunale di Catanzaro – che secondo Nicola Fiorita sarebbe attentissima al mondo della scuola e alla cura delle politiche sociali – ha fissato il nuovo costo dei pasti della mensa scolastica a 5 €, con un aumento pari al 27 % rispetto all’anno precedente. Tutto ciò sarebbe stato determinato dall’aumento delle materie prime e dell’inflazione. In realtà nell’anno in corso l’inflazione è pari al 5,9% sul 2022.
Ma di là da questo, il Comune ha previsto poi il beneficio della esenzione [pasto gratuito] “soltanto” per coloro che hanno un ISEE inferiore a 2.000 €. Sì che anche le famiglie con reddito ISEE pari a, per esempio, € 2.010 o 3.000 – e dunque in condizioni di sostanziale indigenza – saranno costretti a “sopportare” questi costi, senza alcun aiuto da parte dell’Amministrazione pubblica ed in misura pari alle famiglie che hanno un reddito elevatissimo, con una palese e gravissima lesione del principio di eguaglianza. Altro che attenzione alle famiglie fragili.
Sarebbe bastato saper copiare quanto fatto da altri comuni. É sufficiente una piccola comparazione con quanto previsto da molti Comuni calabresi e italiani per svelare che le decisioni assunte sono il frutto della inadeguatezza di questa amministrazione.
Ed infatti il costo massimo del pasto in molte città calabresi è pari ad € 4.00 [v. per esempio Corigliano-Rossano] o a € 3,59 [v. Castrovillari] e persino nelle città settentrionali, con un costo della vita decisamente più alto di quello catanzarese, il pasto costa al massimo € 5,46.
Ma soprattutto le amministrazioni “avvedute” – come non lo è quella di Catanzaro – hanno previsto diversi scaglioni, per fasce di reddito ISEE, sì da non lasciare completamente sole le famiglie più fragili economicamente. Così, in quasi tutti i Comuni si prevedono scaglioni in modo da far sopportare costi crescenti: ad esempio, ISEE da 3.000 a € 6.000: € 0,90; da € 6001 a € 9.000: € 1,50; da 9001 a 18.000: € 2,00; da 18001 a 25.000: € 2,50; da € 25001 a € 30.000 € 3,00; oltre € 30.000: € 4,00. E tali costi sono ulteriormente ridotti per i secondi figli.
Diversamente da queste amministrazioni “ragionevoli”, il Comune di Catanzaro “costringe” tutte le famiglie con reddito superiore a € 2.000 a pagare un costo giornaliero del pasto pari ad € 5, vale a dire un costo pari a circa € 850 all’anno, a causa della incapacità di un’amministrazione indifferente rispetto alla sofferenza altrui.
Chiediamo che il Comune di Catanzaro ritiri immediatamente gli atti adottati e provveda a erogare un servizio adeguato, per tutelare “realmente” le famiglie con maggiori difficoltà e proteggere gli alunni dal rischio di subire trattamenti indegni. E il cambiamento... può attendere!
Ma di là da questo, il Comune ha previsto poi il beneficio della esenzione [pasto gratuito] “soltanto” per coloro che hanno un ISEE inferiore a 2.000 €. Sì che anche le famiglie con reddito ISEE pari a, per esempio, € 2.010 o 3.000 – e dunque in condizioni di sostanziale indigenza – saranno costretti a “sopportare” questi costi, senza alcun aiuto da parte dell’Amministrazione pubblica ed in misura pari alle famiglie che hanno un reddito elevatissimo, con una palese e gravissima lesione del principio di eguaglianza. Altro che attenzione alle famiglie fragili.
Sarebbe bastato saper copiare quanto fatto da altri comuni. É sufficiente una piccola comparazione con quanto previsto da molti Comuni calabresi e italiani per svelare che le decisioni assunte sono il frutto della inadeguatezza di questa amministrazione.
Ed infatti il costo massimo del pasto in molte città calabresi è pari ad € 4.00 [v. per esempio Corigliano-Rossano] o a € 3,59 [v. Castrovillari] e persino nelle città settentrionali, con un costo della vita decisamente più alto di quello catanzarese, il pasto costa al massimo € 5,46.
Ma soprattutto le amministrazioni “avvedute” – come non lo è quella di Catanzaro – hanno previsto diversi scaglioni, per fasce di reddito ISEE, sì da non lasciare completamente sole le famiglie più fragili economicamente. Così, in quasi tutti i Comuni si prevedono scaglioni in modo da far sopportare costi crescenti: ad esempio, ISEE da 3.000 a € 6.000: € 0,90; da € 6001 a € 9.000: € 1,50; da 9001 a 18.000: € 2,00; da 18001 a 25.000: € 2,50; da € 25001 a € 30.000 € 3,00; oltre € 30.000: € 4,00. E tali costi sono ulteriormente ridotti per i secondi figli.
Diversamente da queste amministrazioni “ragionevoli”, il Comune di Catanzaro “costringe” tutte le famiglie con reddito superiore a € 2.000 a pagare un costo giornaliero del pasto pari ad € 5, vale a dire un costo pari a circa € 850 all’anno, a causa della incapacità di un’amministrazione indifferente rispetto alla sofferenza altrui.
Chiediamo che il Comune di Catanzaro ritiri immediatamente gli atti adottati e provveda a erogare un servizio adeguato, per tutelare “realmente” le famiglie con maggiori difficoltà e proteggere gli alunni dal rischio di subire trattamenti indegni. E il cambiamento... può attendere!