
di GABRIELE RUBINO
E' partita la sfida. Oggi, seppure in via sperimentale e con tratte ancora parziali, è stata inaugurata la metropolitana di superficie di Catanzaro. Idea risalente a decenni addietro e compiuta dopo non poche peripezie. Un'opera dalle cifre ragguerdevoli (ben oltre i 200 milioni di euro) che rischiava di diventare una nuova incompiuta, tanto da attirare le attenzioni delle Corte dei Conti. Invece, la prima corsa ufficiale c'è stata.
Al momento, grazie anche alla coincidenza del Capodanno Rai nel quartiere Lido, il servizio sarà ridotto. La prima impressione non inganna mai: è grossomodo una sorta di 'Calabro-Lucane' con vagoni più moderni e accoglienti. Certo, non c'è ancora (bisognerà attendere ancora qualche mese) la linea C. Quella che collega Germaneto (e quindi Policlinico, Università e Cittadella) con gli altri due epicenti del Capoluogo.
Se il sospiro di sollievo si puoò tirare grazie all'impegno regionale per la mancata dispersione di soldi pubblici, la vera partita, anzi le due partite partono da qui in avanti. Si riuscirà a modificare l'abitudine dei catanzaresi di avere come unica scelta di trasporto il mezzo privato? Da qui passa il cambio nella mobilità del Capoluogo e, anche, la seconda sfida. Sarà sostenibile la metro di superficie catanzarese sul piano economico-finanziario o, come avviene, per stutture analoghe in altre parti d'Italia si rivelerà un buco? Certamente il distacco temporale fra progettazione e realizzazione non ha significato soltanto perdita di tempo ma anche di numerosi abitanti di Catanzaro e, quindi, di potenziale flusso di viaggiatori. La Regione ha annunciato che in una prima fase 'appianerà' questa scotto fisiologico da fase di start up. Ma è chiaro che non potrà andare avanti all'infinito. Non c'è una risposta prestabilita sul fine corsa di questi interrogativi. Magari, il razionale pessimismo nei prossimi mesi potrà essere sovvertito da incredibili sorprese.
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