di MARCO VALLONE
Secondo appuntamento con il Magna Graecia Book Festival, che ha visto protagonista, questo pomeriggio, la cantante ed arteterapeuta Anna Crispino, vedova del grande attore Carlo Delle Piane. Il programma ha previsto la presentazione, nello Spazio Rai Radio 2 predisposto presso la Terrazza Saliceti situata sul lungomare del quartiere Lido di Catanzaro, del libro dedicato proprio all'amato e indimenticato marito di Anna Crispino: “Carlo Delle Piane. L'uomo che ho amato”. L'evento si è pregiato inoltre della moderazione compiuta da Eugenia Ferragina, che ha tenuto a sottolineare come abbia voluto fortemente svolgere oggi questo compito.
Considerato come uno dei più creativi attori italiani, Carlo Delle Piane ha lavorato, sin dalla tenera età, con molti registi e attori di spessore del cinema italiano, interpretando ruoli rimasti iconici, vista la potenza del modo con cui ha svolto il proprio mestiere. Si ricorda, ad esempio, la rilevante collaborazione con il regista Pupi Avati, che portò l'attore a cimentarsi in ruoli anche drammatici: questo sodalizio, infatti, fu importante a tal punto che, nel 1986, Carlo Delle Piane arrivò ad essere designato come miglior interprete maschile al Festival del Cinema di Venezia, vincendo la “Coppa Volpi”. Non è stato evidentemente un caso, dunque, che il regista si sia prestato anche a scrivere la prefazione del libro di cui si è discusso nel pomeriggio, individuando in esso, nell'incipit, la “sacralità di un diario d'amore”.
Nessuno più della moglie, che lo ha amato, conosciuto e compreso nel profondo, potrebbe essere maggiormente idoneo a raccontare gli aspetti più nascosti e intimi dell'uomo Delle Piane. Al di là, infatti, dell'aspetto prettamente attoriale, non si sa tantissimo di quelli che erano i limiti o le città più apprezzate dal grande interprete, così come anche le dolcezze che facevano parte del suo bagaglio personale, o il suo rapporto con la musica (ad esempio l'apprezzamento per “La cura” di Franco Battiato, considerata da Carlo Delle Piane come “una delle più belle canzoni d'amore”, ed interpretata in modo encomiabile, anni fa, dall'attore insieme alla moglie). Questo e molto altro è possibile rinvenire in questo libro a lui dedicato. E di questo si è discusso sulla Terrazza Saliceti, nell'ambito del Magna Graecia Book Festival.
Anna Crispino ha raccontato intanto del primo incontro avvenuto con Carlo Delle Piane, di 37 anni più grande di lei, precisamente in un ex ospedale psichiatrico di Roma, quello di “Santa Maria della Pietà”. “Stavo cercando una bottiglietta d'acqua, e ad un certo punto mi sono imbattuta in degli attori. Tra di loro c'era Carlo, ed io ero una sua fan. Mi disse 'buonasera', ci siamo scambiati i contatti, e mi invitò alla proiezione di un corto”. La cantante ha poi accennato a una fobia di cui soffriva l'attore: “Carlo aveva la fobia del contatto, non riusciva a farsi abbracciare e a farsi toccare. In questo senso mi sono chiesta quanto possa essere doloroso per una persona voler abbracciare e non riuscire a farlo, o voler essere abbracciato senza poterlo fare. Però, nel tempo, ho capito che Carlo mi abbracciava in tanti modi: con la gentilezza, con lo sguardo, con la capacità di sapere ascoltare. Ed ho capito che mi ha abbracciato, quindi, molto più di persone che invece lo hanno fatto fisicamente”.
Intervallati dalla lettura, compiuta da Eugenia Ferragina, di alcuni passi del libro, si sono fatti successivamente riferimenti ad altri aspetti profondi della personalità di Carlo Delle Piane. “Carlo non esternava i suoi sentimenti” - ha affermato Anna Crispino - “E per la sua complessità, sia pur semplice nella sua complessità dico io, non riusciva a stare nella relazione. Capitava quindi che io quasi me ne volessi andare, mi induceva ad andare via. Una volta disse una cosa che non doveva dire, e a quel punto sbottai, e dissi che me ne volevo andare” - ha proseguito la cantante, raccontando un aneddoto della sua relazione con il grande attore - “Lui mi chiamò piangendo, dicendo 'Ti amo, non riesco a stare senza di te'. E di lì in poi c'è stato un cambiamento: in quel momento è come se si fosse concesso il sentimento”.
“Il percorso non è stato lineare” ha sottolineato Anna Crispino - “Ho avuto dei momenti di crisi. Carlo si faceva attendere per tante cose, aveva tempi lunghi. Se non ci fosse stato un forte sentimento a motivarmi sarebbe stato impossibile stare con lui”. Tuttavia, Carlo Delle Piane fu anche protagonista, stando al racconto della moglie, di una “scenata di gelosia legata a Richard Gere. Però poi fece una cosa bella, che non mi aspettavo. Ho scoperto che scrisse una lettera a Maurizio Costanzo, conoscendo la mia passione per Gere, al fine di trovare un modo per farmelo conoscere. Può sembrare una cosa futile, ma sono quelle leggerezze che ti fanno bene”. Inoltre Anna Crispino ha voluto menzionare, tra i ricordi più rilevanti dell'attore rintracciabili sul libro, quello di Riccardo Sinigallia, che, nel momento in cui si incontrò con Delle Piane, era “un giovane artista che adorava Carlo. Si erano incontrati come anime, pur venendo da diverse generazioni. Lo ringrazio molto, anche se ci sono tanti ricordi belli. Ad esempio anche quello di Paolo Fresu”.
Nell'appassionato ricordo del marito, Anna Crispino ha voluto infine anche fare riferimento a un aspetto di Carlo Delle Piane che la impressionava particolarmente: “Era un uomo adulto che riusciva a fare gesti nuovi, a superare le sue paure e rigidità. Credo che il motore di tutto, in questo senso, sia il sentimento. E' l'amore che smuove le cose, noi vogliamo innanzitutto amare ed essere amati. Il resto sono surrogati. Nell'ultimo periodo della sua vita, a un certo punto lui si decise ad andare in clinica. Stavo lì dalle 11 alle 19, e ci capivamo con lo sguardo, anche in quella fase avevamo dei momenti molto intimi. E' stato un anno molto intenso. L'ultima sua parola è stata 'Anna', e quando ami una persona, e sai di averla accompagnata alla fine, ti rendi conto di come questa sia un'esperienza forte che ti cambia”.
Così ha concluso la sua conversazione Anna Crispino, prima di regalare al pubblico presente una emozionante interpretazione a cappella del ritornello de “La cura” di Franco Battiato, seguito poi da un'ultima dedica relativa al libro. “Dedico questo libro a mia madre e a mia figlia, ma anche a un grande giornalista, mio amico, che mi ha spronato. Andrea Purgatori”.
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