MGFF-School in the City. Vinicio Marchioni racconta il mestiere dell'attore agli studenti delle superiori di Catanzaro

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  11 maggio 2021 12:25

di CLAUDIA FISCILETTI

Da "Romanzo Criminale" a "Il terremoto di Vanja", questa mattina Vinicio Marchioni ha raccontato le sue esperienze da attore maturate tra cinema, teatro e televisione, nel corso del ciclo di masterclass dedicate ai mestieri del cinema, all'interno del Magna Graecia Film Festival-School in the city ideato da Gianvito e Alessandro Casadonte, realizzato nell'ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso dal MIBAC e dal MIUR. Gli studenti degli istituti superiori di Catanzaro e provincia, hanno potuto ascoltare dalla voce dell'attore cosa significhi fare questo mestiere, quali difficoltà comporta e quanto questo lavoro sia cambiato dall'arrivo della pandemia.

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Dai consigli agli aspiranti attori al modo in cui si sceglie un determinato personaggio da interpretare, Marchioni ha risposto alle domande del coordinatore dell'incontro, Antonio Capellupo, e degli studenti partecipanti alla diretta streaming. "Nella scelta di un ruolo vado a ricercare cose che non ho ancora fatto, perché penso ci sia sempre qualcosa in pi da scoprire e da imparare. Sono, poi, dellidea che questo mestiere si fa insieme alle persone che vanno a guardare i film, quindi un mestiere che si fa per il pubblico,  e cerco di trovare quelle caratteristiche che sono più condivisibili con il pubblico. Però laddove c'è un ruolo che permette di indagare nell'animo dell'essere umano, mi ci fiondo, tento di capire se quel ruolo mi può insegnare cose che non so".

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Si scoprono, poi, quelli che possono essere i lati positivi e negativi del mestiere attoriale: "I lati positivi iniziano quando hai la possibilità di farlo questo mestiere. All'inizio si fa tanta gavetta finché qualcuno non si rende conto di te, e per arrivare a realizzare questa ambizione ci sono lati oscuri come il sacrificio, o lo stare fuori di casa per lungo tempo".

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Una carriera, quella di Vinicio Marchioni, che ha saputo destreggiarsi tra pellicole di grandi registi e opere prime: "Mi sono sempre fidato dell'istinto e i maestri con cui ho lavorato mi hanno sempre insegnato un determinato modo in cui leggere una sceneggiatura. Con "20 sigarette" (opera prima di Aureliano Amadei ndr), ad esempio, era un'opera prima con un'urgenza di racconto e mi sono messo a completa disposizione di Aureliano. Non esistono piccoli o grandi ruoli ma esistono piccoli o grandi attori, ed è un pò una scommessa che un attore fa su un regista esordiente".

Si apre una parentesi su quando lavorò con Woody Allen per il film "To Rome with love": "E' stato molto emozionante anche solo sapere che lui avesse visto il mio provino. Lì ho compreso, per la prima volta, quanto il mestiere dell'attore sia il più universale del mondo! Inoltre lo stesso giorno in cui ho girato, girava anche Roberto Benigni e volevo assolutamente incontrarlo. Fu proprio lui a fermarmi e a complimentarsi per il mio ruolo in "20 sigarette", parole che ricordo ancora con grandissimo orgoglio".

Lo stesso Marchioni ha indossato i panni di regista per "Il terremoto di Vanja", frutto di un intenso periodo di studi su Cechov da parte dell'attore: "Ci sono attori che hanno una visione di insieme molto ampia, mi basta pensare ad Orson Welles o William Shakespeare. Grazie all'essere stato regista adesso riconosco più facilmente gli attori puri, cioè quegli attori che sono meravigliosamente solo attori".

La prossima masterclass sarà il 14 maggio, alle 11, con l’attore di origini calabresi Walter Cordopatri.

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