"Il 4 novembre 1921 si tenne a Roma, la cerimonia di tumulazione del Milite Ignoto posto al centro dell’Altare della Patria. La salma fu scelta tra undici bare, poste all’interno della basilica di Aquileia, da Maria Bergamas, a rappresentare non solo il figlio Antonio, morto in guerra nel 1916, ma anche tutti i caduti senza nome. Successivamente il feretro fu traslato a Roma. Un viaggio in treno iniziato da Aquileia il 29 ottobre e terminato al Vittoriano il 2 novembre. Cinque giorni e ottocento chilometri con tappe in diverse città italiane e con migliaia di persone, che omaggiavano quella salma al suo passaggio. Il Milite Ignoto è diventato simbolo del dolore di tutte le madri ma soprattutto di quei militari che hanno sacrificato la propria vita per il proprio Paese".
Con queste parole il Comune di Miglierina, nella persona del sindaco Pietro Hiram Guzzi, ha dato inizio alla cerimonia che ha portato al conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, nell’anno del centenario della tumulazione. La celebrazione ha visto la partecipazione del Colonnello Giovambattista Frisone comandante del Comando Militare Esercito "Calabria", del Maggiore Santino Fabiano, del Primo Luogotenente Matteo Angelo Tardio, del Primo Luogotenente Giovanni Portolesi e del Caporale Maggiore Capo Scelto Francesco Mete, del maresciallo dei carabinieri della stazione di Marcellinara Alberico Ingino e dei ragazzi della scuola primaria e secondaria della scuola di Miglierina e dei loro professori.
Dopo un breve corteo per la deposizione di una corona al monumento dei caduti, con la benedizione da parte dei parroci don Gigi Iuliano e don Francesco Bellomo e l’esecuzione dei relativi inni, la manifestazione è proseguita nell’atrio dell’istituto scolastico dove dopo l’intervento del sindaco è stata consegnata al colonnello Frisone una targa commemorativa. Molto importanti le parole che il colonnello Frisone ha voluto proferire agli alunni. Ha infatti evidenziato come, la lunga marcia di questo giovanissimo soldato, da Aquileia a Roma, abbia per la prima volta unito, in un comune sentire, popoli e genti che parlavano dialetti e abitavano latitudini diverse. La patria, in quei giorni era finalmente una; unita da Nord a Sud, dietro a quel feretro simbolo di sacrificio e amor patrio.
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