Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Maurizio Alfano al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto sulla questione migranti.
di MAURIZIO ALFANO
Egregio Presidente Occhiuto,
mi permetta farle notare, senza polemica alcuna, registrando anzi il cambio di passo verso l’approccio alla questione migranti da Lei finora posto, che la Calabria intesa come territorio, non è mai stata impreparata ad accogliere uomini, donne e bambini ridefiniti migranti, ma al contrario, ancora una volta, lo è il cosiddetto sistema di prima accoglienza direttamente in capo al Ministero dell’Interno e per il suo tramite attraverso le Prefetture per le proprie competenze territoriali.
Ovviamente fa bene, a chiedere maggiore attenzione e risorse per i territori della nostra Regione che come Roccella ionica in questo ultimo anno sono meta di approdi per una umanità, ricordata ancora oggi dallo stesso Pontefice, in fuga da condizioni di miseria, persecuzioni e per il radicalizzarsi dei mutamenti climatici. Al contrario però, la Regione Calabria come Istituzione, mai come ora dispone di risorse pari ad oltre sette milioni e mezzo di euro - per il superamento del disagio abitativo dei migranti, per il contrasto al caporalato e per azioni destinate all’inclusione socio - lavorativa, molte delle quali però, assegnate forse in maniera non propriamente puntuale, ovvero altre, a tutt’oggi prive di riscontri esigibili nella direzione del miglioramento delle condizioni dei migranti presenti nelle Piane di Gioia Tauro e Sibari alle quali le stesse, sono destinate. Risorse, che anziché superare il disagio abitativo delle tendopoli, baraccopoli e dei campi container, stanno ricostruendo ancora una volta i campi dell’esclusione sociale e della ghettizzazione urbana a breve – medio termine, come quello in costruzione nel Comune di Taurianova, altre delle quali, ancora non assegnate, ed altre risorse ancora, addirittura a rischio revoca.
Ecco Signor Presidente, apra appena Le sarà possibile, un confronto su un dossier di Sua diretta competenza come le risorse FAMI Su.pr.eme. e PON PIU Su.pr.eme. in dotazione alla Regione Calabria ed al momento monitorate da terzi, ed orientate a volte anche da altre Istituzioni, che ci vedono però, ancora una volta, come Regione Calabria avere operato scelte quanto meno caduche, parziali, ovvero discriminatorie, nel tentativo così attraverso un Suo diretto intervento di recuperare il tempo perso e soprattutto restituire i servizi e le azioni ai migranti invece destinati.
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