Migranti, grande commozione a Lamezia per la veglia al piccolo Anàs

Grande commozione questa mattina a Lamezia Terme (Catanzaro) alla veglia di preghiera per Anàs, il bambino tunisino di 6 anni il cui corpo è stato recuperato in mare il 14 aprile scorso nelle acque antistanti l’area industriale della città: Anàs è la vittima del naufragio di un barcone di migranti avvenuto agli inizi di febbraio.

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La cerimonia odierna ha rappresentato un momento di saluto dal forte impatto emotivo prima del rimpatrio della salma del piccolo in Tunisia. Alla veglia hanno partecipato tra gli altri il vescovo di Lamezia Terme, Serafino Parisi, l’imam Fatnassi Ammar, il procuratore di Lamezia, Salvatore Curcio, il sindaco Paolo Mascaro e Nuccio Iovene, presidente della Fondazione Trame Ets, tra i promotori della cerimonia nata dalla sinergia tra le autorità, la comunità islamica locale e le associazioni lametine. “Un bambino – ha detto monsignor Parisi - è sempre portatore di speranze, per sé e anche per gli altri, per il padre che lo accompagnava, per la madre che è rimasta lì. Quindi, guardando la bara di Anàs, io metto qui al di fuori della bara, tutte le speranze dell’umanità, quelle che ancora potrebbero governare l’umanità con l’accoglienza, con il riconoscimento dell’altro come persona e ancora di più un fratello”. A sua volta, l’Imam Fatnassi Ammar ha detto: “Oggi in mezzo a noi c’è la piccola bara di un bambino che non ha visto nulla dalla vita, un bambino che è nato in Tunisia e muore qui. Questo è il mondo, un mondo di squilibrio e di egoismo”.

Le attività di identificazione del corpicino, ritrovato su segnalazione di un pescatore, nel tratto lametino del Tirreno, sono partite con l’apertura da parte della Procura della Repubblica di Lamezia Terme di un fascicolo contro ignoti per disposizioni contro l’immigrazione clandestina.

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