Cura e attenzione all’ambiente, valorizzazione del territorio, riscoperta del passato come ricchezza per il presente e il futuro. Questi alcuni dei preziosi suggerimenti portati a casa dagli studenti delle classi prime e terze della scuola primaria Don Bosco e Francica e dai bambini delle sezioni di cinque anni della scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo “Ardito-Don Bosco” che, nelle scorse settimane, accompagnati dai loro docenti, hanno visitato l’Antico Mulino delle Fate, divenuto ormai un punto di riferimento della vita culturale e aggregativa cittadina, un’oasi incastonata nel verde che richiama visitatori da diverse parti della Calabria.
Il percorso sensoriale nel cuore della valle del torrente Canne, i ritmi lenti della natura e della vita quotidiana nel bosco sono stati gli elementi cardine della visita guidata da Fabio Aiello, responsabile della struttura, che ha coordinato e portato a termine il progetto di riqualificazione di un vecchio mulino oggi diventato uno scrigno di cultura, tradizioni, attività artistiche e culturali, di vita della comunità. Dai metodi antichi di produzione della farina alle leggende riguardanti la fata Gelsomina e gli altri “personaggi” che abitavano nei pressi del castello Normanno – Svevo e nelle vicinanze del fiume: tante le domande dei bambini ai quali Fabio Aiello e l’equipe di guide degli amici dell’Antico Mulino delle Fate hanno risposto con semplicità andando al cuore di un progetto che “vuole risvegliare, proprio a partire da voi, più piccoli, la consapevolezza di un passato di cui non possiamo fare a meno se vogliamo vivere bene il presente e il futuro”.
Momento centrale della visita, la presentazione delle piccole gru di carta realizzate dai bambini con la tecnica degli origami, nell’ambito di un percorso che ha portato gli studenti a conoscere la leggenda di Sasaki Sadako, la bambina di undici anni colpita da una malattia a seguito del bombardamento su Hiroshima e Nagasaki durante la seconda guerra mondiale. Sasaki trascorse gli ultimi anni della sua vita creando, con qualsiasi materiale di carta avesse a disposizione, dei manufatti a forma di gru, uccello che nella tradizione giapponese è simbolo di amicizia e pace. Il suo obiettivo era realizzarne mille ma, a causa della malattia, si fermerà a circa seicento creazioni. I lavori degli allievi dell’Ardito- Don Bosco daranno vita a un’esposizione dal titolo “Le mille gru per la fata Gelsomina”, proprio all’Antico Mulino delle Fate, in occasione dell’anniversario dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki dal 6 all’8 agosto. Tutti gli studenti produrranno disegni e scriveranno lettere da consegnare alla Fata Gelsomina, la “custode” del luogo.
Per la dirigente, dott.ssa Margherita Primavera, “è stata un’esperienza di alto significato che ha coniugato la scoperta di uno dei luoghi più suggestivi della nostra città con un percorso sulla leggenda di Sasaki Sadako ponendo in primo piano i valori della pace e della fratellanza tra i popoli. Ringrazio le docenti che hanno seguito e accompagnato i ragazzi, Fabio Aiello e tutto lo staff del Mulino delle Fate per aver dato ai nostri allievi un’opportunità di crescita umana e formativa”.
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