I lavoratori Uber denunciano intimidazioni quotidiane da parte dei tassisti locali. La zona dell’aeroporto si trasforma in teatro di tensioni, dispetti e minacce: “Noi vogliamo solo lavorare onestamente”
27 maggio 2025 12:47Una nuova realtà, voluta fortemente dal presidente della Regione Roberto Occhiuto, si è affacciata da circa un anno in Calabria: Uber, il servizio di noleggio con conducente (NCC), che promette efficienza e trasparenza. Ma per gli autisti che operano in collaborazione con la piattaforma nella zona dell’aeroporto e della stazione di Lamezia Terme, il lavoro quotidiano è diventato un inferno.
È una denuncia forte quella che arriva da parte degli NCC Uber: da mesi sarebbero oggetto di continue minacce, insulti e veri e propri atti di sabotaggio da parte di alcuni tassisti locali che, sentendosi minacciati dalla concorrenza, reagiscono con intimidazioni e boicottaggi sistematici: “È una rappresaglia in piena regola – racconta uno degli autisti –. Ci seguono con l’app Uber, prenotano le corse e poi le cancellano all’ultimo momento. Oppure ci aspettano in gruppo, davanti all’ingresso del parcheggio a pagamento dell’aeroporto, per insultarci e farci pressione davanti ai clienti”.
Secondo quanto riportato da diversi conducenti, la situazione è nota anche alle forze dell’ordine presenti all’aeroporto: “Gli agenti hanno visto più volte certe sceneggiate. Sanno cosa succede, ma finora nulla è cambiato. Noi, nel rispetto delle regole imposte da Uber, entriamo nel parcheggio a pagamento per caricare i passeggeri, ma adesso anche lì non siamo più al sicuro: i tassisti arrivano, ci insultano, intimoriscono anche i passeggeri, che spesso arrivano da fuori e non capiscono bene cosa stia succedendo. Alcuni hanno paura a salire in macchina”.
Gli autisti raccontano un clima di paura e di continua tensione: “Mi hanno detto: questa è zona nostra. Ma noi abbiamo licenze regolari, lavoriamo fino a 9 ore al giorno, guadagniamo uno stipendio normale, circa 1.400 euro al mese. Abbiamo famiglie. Non vogliamo rischiare risse o problemi: vogliamo solo lavorare onestamente”.
Il malcontento degli autisti taxi sembrerebbe nascere dal diverso funzionamento del servizio Uber, dove il cliente prenota e paga tramite app, spesso a un prezzo inferiore rispetto a quello tradizionale: “Quando un cliente dice ‘ho chiamato Uber’, è come buttare benzina sul fuoco. I tassisti vanno in escandescenza, cercano di dissuadere i clienti, vogliono mandarci via a tutti i costi”.
Ma la realtà non può essere ignorata: Uber è un servizio ormai presente anche in Calabria, su espressa volontà del Presidente Occhiuto, e i conducenti NCC hanno pieno diritto di operare. Eppure, per alcuni sembra inaccettabile che il cliente possa scegliere un’alternativa.
La richiesta dei lavoratori è chiara: più tutela, più controlli e più attenzione: “Non possiamo più accettare che il nostro lavoro venga ostacolato da chi si comporta come se fosse il padrone della zona. Serve un intervento deciso da parte delle autorità locali, della Polizia e della Regione. È inaccettabile che nel 2025 si debba lavorare con la paura di essere aggrediti solo perché si offre un servizio alternativo”.
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