Minacce su Facebook dopo le elezioni a San Luca Mazzetti: Assurdo si possa denigrare chi lavora per lo Stato

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Mazzetti: Assurdo si possa denigrare chi lavora per lo Stato

  13 giugno 2019 16:54

 REGGIO CALABRIA - Nei post pubblicati sui social, Marco Mancuso affermava: «I partiti dell’antimafia sconfitti a San Luca. Scribacchini, confezionatori di bufale, collaboratori di giustizia. Addirittura esponenti della Polizia che volevano i loro momenti di gloria. E niente San Luca non si lega. San Luca è differente li la dignità scoppia sul cuore. La mafia delle questure può beatamente andare a fare in c…. Klaus Davi nella sua lista sciacallo ha preso 15 voti. A casa lordi». Postando articoli sulla sconfitta del massmediologo a San Luca, Mancuso aggiunge: «Lordone, mina pa casa e portati na carriata i schiaffi». E ancora «Arrivano qui tutti gli antimafiosi per liberare da chi e cosa? Si mangiano tutto e vanno via». Alcuni post sono stati rivolti, senza essere citato, anche al procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri «che – scrive Mancuso - fa arresti che durano 15 giorni». Minacce e insulti a Klaus Davi, Giuseppe Brugnano e Nicola Gratteri, quelli contenuti  sul profilo social di Marco Mancuso, già noto alle forze dell'ordine e figlio del presunto boss di Limbadi, Giovanni.

Dopo le elezioni comunali di San Luca, centro della provincia di Reggio Calabria dove non si votava da undici anni, erano  partiti gli insulti, frutto del risultato elettorale conquistato dalla lista guidata da Klaus Davi e della quale faceva parte anche Giuseppe Brugnano, segretario nazionale della Federazione sindacale di polizia, che ha tenuto proprio nel centro del Reggino diverse iniziative per la legalità.

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Puntuale la reazione di  Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato.

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“Le offese rivolte a chi si è presentato a San Luca nel segno dell’antimafia sono la reazione all’impegno di chi crede nello Stato, di chi esalta il valore della civile collaborazione, di chi non ha paura di dimostrare con chiarezza da quale parte stare. Infatti, fare una scelta netta di legalità smaschera subito chi fa scelte di segno opposto. Il messaggio lanciato in una storica roccaforte della ‘ndrangheta come San Luca di stare dalla parte della legge, della comunità, delle istituzioni, ha prodotto in alcuni una reazione purtroppo chiara: a San Luca sono altri quelli che dovrebbero decidere e non i partiti dell’antimafia, che meritano la sconfitta. Le affermazioni che si leggono sul profilo facebook a nome Mancuso sono chiare, non lasciano spazio a dubbi: se il partito dell’antimafia deve perdere, allora a vincere deve essere quello della mafia. Ogni commento ulteriore è quasi superfluo. Ma è assurdo e fa davvero ribrezzo che si possa denigrare così sfacciatamente chi lavora per lo Stato e per la legalità, unica vera strada per lo sviluppo, la crescita, la libertà di un territorio”.    

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Il parlamentare di Fdi, Questore della Camera, Edmondo Cirielli, sollecita il ministro dell'Interno Matteo Salvini ad attivare "immediatamente tutte le procedure per garantire non solo la libera partecipazione democratica, in un territorio inquinato dalla 'ndrangheta, ma soprattutto la sicurezza per affermare la legalità e la presenza dello Stato".



"L'arrogante violenza delle parole minacciose ed offensive scritte sui social contro Gratteri, Brugnano e Davi - afferma il deputato del Pd Antonio Viscomi - dimostra quanto sia ancora più efficace e quindi maggiormente temuta l'azione investigativa e repressiva della magistratura quando si salda alla reazione della società civile ed all'assunzione di responsabilità di coloro che intendono operare, a tutti i livelli, nella sfera politica ed amministrativa. Ciò che veramente fa paura alla criminalità, organizzata o meno, è che ognuno faccia il proprio dovere, piccolo o grande che sia, e lo faccia nell'interesse comune".

“Invito le autorità competenti a valutare l’opportunità di oscurare il profilo Facebook di Marco Mancuso, figlio del presunto boss di Limbadi, che ha rivolto commenti offensivi e minacciosi nei confronti del massmediologo Klaus Davi, candidato a sindaco di San Luca, del sindacalista di Polizia Giuseppe Brugnano, segretario nazionale del Fsp Polizia di Stato, e del capo della procura antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri”.

E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, segretario della Commissione parlamentare antimafia.  che al procuratore Gratteri, già fatto oggetto di messaggi e commenti intimidatori da parte di appartenenti alle cosche - prosegue Wanda Ferro - rivolgo la mia solidarietà a Davi e Brugnano, coraggiosi ispiratori della lista che ha avuto l’innegabile merito di favorire il ritorno della democrazia a San Luca.

L’importante è che la comunità sia unita, che faccia da scudo a difesa di chi si schiera in prima linea, affinché non venga lasciato solo.

'Considerando l’enorme e incomparabile divario umano, culturale, di valori e di personalità che separa coloro i quali hanno scritto, utilizzando i social, gli insulti rivolti ai “candidati antimafia” delle ultime elezioni di San Luca da chi, quegli insulti, li ha ricevuti, non bisognerebbe nemmeno aprire una discussione. Ma dal momento che i social, appunto, offrono un megafono anche a chi non merita le più elementari libertà, sentiamo il dovere civico di difendere ed esprimere la nostra solidarietà al nostro socio e amico di sempre Giuseppe Brugnano, nonché a Nicola Gratteri e a Klaus Davi. Sono loro, infatti, i destinatari delle attenzioni social provenienti da un post pubblicato su un profilo facebook riconducibile ad ambienti loschi'. Lo afferma in una nota stampa il comitato civico indipendente Catanzaro nel cuore.

Oscurare la pagina del profilo social di Marco Mancuso” . È questa la richiesta del circolo "Almirante" di Fratelli d’Italia di Catanzaro. “Dopo le minacce e gli insulti pubblicati sul profilo Facebook da parte del figlio del presunto boss di Limbadi, Marco Mancuso, rivolti al nostro amico Giuseppe Brugnano e a Klaus Davi, candidati alle elezioni amministrative di San Luca (dove non si votava da 11 anni) che hanno fatto una campagna elettorale incentrata sulla lotta alla mafia, e ai post offensivi rivolti al procuratore Gratteri; ci sembra doveroso eliminare dai social il profilo in questione. Nel pieno rispetto delle regole, della solidarietà, del "vivere civile". 

 

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