"MOBBASTA", sul corso di Soverato la performance degli studenti contro la violenza sulle donne

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Performance "MOBBASTA" a Soverato
  25 novembre 2023 13:19

di PAOLO CRISTOFARO

Questa mattina il corso di Soverato si è riempito di studenti, di sabato, che hanno deciso di mettere in campo una performance dal titolo "MOBBASTA", contro la violenza sulle donne, ancora troppo forte, come hanno testimoniato i recenti fatti di cronca. La performance è stata messa a punto dagli studenti del Liceo Artistico di Squillace, coordinati dai docenti Monica Vescio, Francesco Pancari, Giuseppe Stillo, Serena Grasà, Luigi Colella e Maria Teresa Lombardo, con la partecipazione dell'Istituto Comprensivo Soverato Primo (secondaria di primo grado "Ugo Foscolo" e "Satriano Laganosa"), del Soroptimist Club di Soverato e dei commercianti. Questi ultimi si sono resi disponibili ad ospitare, nelle vetrine dei negozi, le opere realizzate dagli studenti, con tanto di QRcode con collegamenti informativi. La manifestazione ha ricevuto il patrocinio del Comune di Soverato.

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La performance, che supera gli schemi tradizionali dell’arte per creare una maggiore complicità emotiva nella quale si inscrivono reciprocamente azione dell’artista ed esperienza del pubblico, nasce come un’occasione di riflessione sulla tematica della violenza sulle donne. Protagonisti i giovani, chiamati ad esprimere, attraverso la presa di coscienza, il sostegno e l’azione, un messaggio di vicinanza a tutte le donne vittime di violenza e sensibilizzare su un tema di grande rilevanza sociale.

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I bambini nascono come tela bianca, ognuno di loro dovrebbe tingere la propria a modo suo. Ma, inevitabilmente, quella tela subirà le impronte degli adulti, retaggio di influenze sofferte dai loro padri dalle loro madri, dall’ambiente in cui hanno vissuto e vivono, dagli amici scelti e quelli trovati, dagli amori trovati e quelli persi, dai rifiuti a cui non si è educati. Difficile insegnare l’emozione, la corretta gestione dei sentimenti, l’accettazione della scelta altrui come sinonimo di libertà. La vita è un insieme di relazioni da tessere: siamo come fili, intrecciati, che creano legami e connessioni. Un telaio bianco, inviolato… la coscienza pura, ancora da formare. La necessità di una educazione diversa.

Il filo rosso, la trama, un intreccio di errori tramandati, un gesto di violenza. Tessere del filo sul telaio rappresenta tutto quello che di sbagliato cresce dentro al ragazzo fino a farlo diventare uomo violento. Ma questa trama si può sciogliere, si può rompere questa violenza, si può chiedere perdono. Una voce narrante legge il testo introduttivo. Sulla scena, dieci ragazze, vestite di bianco e sedute in posizione fetale, con le ginocchia piegate e sollevate verso il petto.

Davanti a loro, dieci bambini con un telaio bianco in mano, seduti. Dalla parte opposta, dieci ragazzi, sempre vestiti di bianco, con in mano filo rosso: ai loro piedi un paio di scarpette rosse. I bambini si alzano e vanno verso i ragazzi tendendo il telaio. La voce narrante scandisce i nomi delle donne vittime di femminicidio nell’anno in corso.

I ragazzi intrecciano il filo attorno al telaio sorretto dai bambini. I bambini, con un gesto deciso, consegnano il telaio ai ragazzi, raccolgono da terra le scarpette e, srotolando il filo, tornano dalle ragazze e poggiano ai loro piedi le scarpette rosse. Una richiesta di perdono che racchiude in sé un messaggio di speranza e di redenzione. Le ragazze si alzano e abbracciano i bambini. I telai bianchi, con la trama di filo rosso e le scarpette rosse, sono stati posizionati lungo il corso di Soverato

 

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