Molinaro (Lega): “Ho chiesto a Zuccatelli di dimettersi indicandogli sette buoni motivi”

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Pietro Molinaro

La lettera di richiesta dimissioni da commissario ad acta sanità Calabria a Zuccatelli è stata inviata per conoscenza al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al  Ministro della Salute Roberto Speranza e al Presidente f.f. Regione Calabria Nino Spirlì

  12 novembre 2020 12:31

Il consigliere regionale Pietro Molinaro ha inviato una lettera a Giuseppe Zuccatelli, per chiedere le sue dimissioni da Commissario ad acta della Sanità calabrese. Nella missiva sono stati  indicati 7 buoni motivi.

Rivolgendosi a Zuccatelli, Molinaro ha scritto: “Lei non è idoneo, per le leggi dello Stato italiano, a dirigere un Ente del servizio sanitario nazionale. Lei è consapevole che il decreto legislativo 4 agosto 2016, n.171 ha istituito l’Elenco nazionale idonei all’incarico di direttore generale degli Enti del Servizio Sanitario Nazionale.” ….. “Con quale diritto e coscienza si può accingere ad accettare l’incarico di Commissario ad acta? Come può farlo, consapevole dei suoi limiti professionali, in modo particolare nella situazione straordinaria ed unica, provocata dall’emergenza Covid?”

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Il secondo motivo indicato da Molinaro è di natura tecnico-politica: “Per l’assolvimento dell’incarico di Commissario ad acta è necessario essere e poter provare di essere, un tecnico qualificato e non soggetto a condizionamenti politici. E questo non è il suo profilo. Lei è stato candidato, non eletto, alla Camera dei deputati, il 4 marzo 2018, nella lista del partito del Ministro della Salute, Speranza, ovvero il partito di Liberi e Uguali.” Molinaro ha ricordato a Zuccatelli che egli proviene da una lunga militanza nel Partito Comunista, poi è stato nel PD, poi ha seguito il suo mentore Bersani in LEU. “Con il suo lungo e fervido curriculum politico, come può assicurare alla Repubblica Italiana ed ai cittadini calabresi l’indipendenza da condizionamenti politici nell’assolvimento del suo mandato? Semplicemente, non può!” ... “Se Lei non rinuncia all’incarico di Commissario per la sanità calabrese, conferma solo di  voler trascorrere i prossimi 90 giorni a fare campagna elettorale per il suo partito, sfruttando l’incarico di Commissario.”

Nell’indicare il terzo motivo, Molinaro fa riferimento ai medici cosentini: La sua inadeguatezza per il ruolo Le è contestata dall’Ordine dei medici della provincia di Cosenza” che in relazione alla sua nomina hanno affermato: “non ci può tuttavia tranquillizzare e soddisfare né nel merito della scelta” né ancor più nel metodo". Il quarto motivo è costituito da una serie di prese di posizione di eminenti docenti universitari che hanno commentato negativamente la nomina di Zuccatelli: "il prof. Massimo Galli, Ordinario di malattie infettive alla Statale di Milano, il prof. Pino Nisticò, farmacologo di fama internazionale, il prof. Valerio Donato, ordinario di diritto privato"

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Il quinto motivo indicato da Molinaro è "la reazione dei sindaci calabresi che anche a seguito della nomina di Zuccatelli hanno annunciato il sit-in di protesta per il prossimo 19 novembre dinanzi a Palazzo Chigi". Il sesto e settimo motivo riguardano le più recenti posizioni assunte dal Governo. Molinaro evidenza a Zuccatelli che la Sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ha dichiarato che il neo nominato “farebbe bene a mettere a disposizione del Governo le proprie dimissioni”. E c’è poi il comportamento del Ministro Speranza che dinanzi alle Interrogazioni  parlamentari di Cristian Invernizzi (LEGA) e Francesco Cannizzaro (FI) “ha preferito non presentarsi in aula, ed il sostituto non ha speso una solo parola in difesa dell’attuale nomina”.

Questo il testo integrale della lettera:

"Egr. Sig. Giuseppe Zuccatelli e per conoscenza al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al  Ministro della Salute Roberto Speranza, al Presidente f.f. Regione Calabria Nino Spirlì

OGGETTO: Richiesta dimissioni da commissario ad acta sanità Calabria - 7 buoni motivi.

Egr. Sig. Giuseppe Zuccatelli
nelle mie funzioni di consigliere della Regione Calabria, Le chiedo le dimissioni dall’incarico di Commissario ad acta per la sanità in Calabria. Faccio appello alla sua esperienza, 74 anni di età e 42 anni nella sanità (dal suo cv pubblico si rileva che la sua prima esperienza è iniziata l’1/1/1978 presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo), affinché prenda atto che non sussistono le condizioni minimali affinché Lei eserciti l’incarico a cui è stato chiamato dal Governo.

Le elenco 7 buoni e sufficienti motivi che giustificano la mia richiesta.

1. Lei non è idoneo, per le leggi dello Stato italiano, a dirigere un Ente del servizio sanitario nazionale. Lei è consapevole che il decreto legislativo 4 agosto 2016, n.171 ha istituito l’Elenco nazionale idonei all’incarico di direttore generale degli Enti del Servizio Sanitario Nazionale. E’ l’elenco a cui, per legge, si deve attingere quando si sceglie il direttore generale di un’azienda sanitaria. Ed è un elenco a cui si accede dimostrando di possedere i titoli necessari a garantire la professionalità e la competenza che serve per gestire un’azienda sanitaria. Ebbene, Lei è consapevole di non essere iscritto nel suddetto elenco reperibile al seguente link: http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4627&area=professioni-sanitarie&menu=vuoto&fbclid=IwAR1ZzdLB3lxoO-6epscIHT4nDIPbj21x30g8BqUCSvPxjfE56ZPcP5zdktA

Con quale diritto e coscienza si può accingere ad accettare l’incarico di Commissario ad acta? Come può farlo, consapevole dei suoi limiti professionali, in modo particolare nella situazione straordinaria ed unica, provocata dall’emergenza Covid?

2. Per l’assolvimento dell’incarico di Commissario ad acta è necessario essere e poter provare di essere, un tecnico qualificato e non soggetto a condizionamenti politici. E questo non è il suo profilo.
Lei è stato candidato, non eletto, alla Camera dei deputati, il 4 marzo 2018, nella lista del partito del Ministro della Salute, Speranza, ovvero il partito di Liberi e Uguali. E non è stata una candidatura spot. Lei viene da una storica e pubblica appartenenza al Partito Comunista Italiano, come le viene riconosciuto dalla stampa di Ferrara, la Sua città di origine. E’ passato al Partito Democratico, e per questo partito è stato consigliere comunale di Cesena. Negli ultimi anni, seguendo il suo mentore, Bersani, è transitato nel nuovo partito “Liberi e Uguali”. Con questo lungo e fervido curriculum politico, come può assicurare alla Repubblica Italiana ed ai cittadini calabresi l’indipendenza da condizionamenti politici nell’assolvimento del suo mandato? Semplicemente, non può!

Ciò è grave in sé, ma lo è ancora di più se si considera che la Calabria è in piena campagna elettorale per l’elezione del Presidente della Regione e del Consiglio Regionale, dopo la prematura scomparsa della Presidente Jole Santelli. Ad oggi, il Governo ha previsto che le elezioni si potranno svolgere nel prossimo febbraio 2021. Se Lei non rinuncia all’incarico di Commissario per la sanità calabrese, conferma solo di voler trascorrere i prossimi 90 giorni a fare campagna elettorale per il suo partito, sfruttando l’incarico di Commissario.

3. La sua inadeguatezza per il ruolo Le è contestata dall’Ordine dei medici della provincia di Cosenza con l’Appello sottoscritto dal presidente dott. Eugenio Corcioni. Con il documento ampio ed articolato, si fornisce una disamina della situazione della sanità calabrese e si chiede il superamento del sistema del commissariamento e dell’uomo solo al comando. Nel descrivere la situazione attuale i medici si esprimo anche sulla sua nomina ed affermano che essa “non ci può tuttavia tranquillizzare e soddisfare né nel merito della scelta” né ancor più nel metodo.

4. Il prof. Massimo Galli, Ordinario di malattie infettive alla Statale di Milano, nella trasmissione Agorà, a proposito della sua nomina ha dichiarato: “L’impressione è che in Italia, anche in una situazione così drammatica, per determinate posizioni, non si chiama sulla base della competenza e della reale preparazione ma si chiamano gli amici degli amici”. Il prof. Pino Nisticò, farmacologo di fama internazionale, a seguito della sua nomina si è rivolto al Presidente delle Repubblica ed ha affermato: “Ora, purtroppo, abbiamo toccato il fondo: da Cotticelli a Zuccatelli! Si tratta di persone che ignorano le basi più elementari della medicina o, nel caso di Zuccatelli, restano sordi ai bisogni della gente. Quest’ultimo inoltre, si è rivelato arrogante e incapace di ascoltare il parere dei docenti universitari, rendendosi così responsabile della gravità di non aver realizzato uno “Spallanzani” del Sud”.

Il prof. Valerio Donato, ordinario di diritto privato, in relazione alla sua nuova nomina e richiamando l’attività già svolta in Calabria, si è rivolto al Presidente del Consiglio Conte, affermando: “I social media impazzano in questo momento, con la [ri]pubblicazione di interviste e interventi [rimasti famosi] del dott. Zuccatelli. Il riferimento non è tanto ad una occasione nella quale il Commissario Zuccatelli ha dichiarato la inutilità della mascherina per la lotta al Covid. Il ricordo è piuttosto legato ad una intervista, resa alla Rai, sulla organizzazione dei posti Covid nella c.d. Fase 1, nella sua qualità di Commissario della Azienda di Cosenza. Come il Commissario Cotticelli, il Commissario Zuccatelli ha ignorato, in questa occasione, gli atti dallo stesso sottoscritti, con i quali aveva indicato alla Regione le strutture sanitarie [Ospedale di Castrovillari] dedicate al Covid; e soprattutto ha lasciato al loro triste destino tali strutture c.d. Covid.”.

5. Nell’escalation di reazioni negative alla sua nomina, si colloca il sit-in di protesta che i sindaci calabresi realizzeranno il prossimo 19 novembre dinanzi a Palazzo Chigi.

6. Nel Governo la sua nomina non è più gradita. La Sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa in una intervista televisiva dell’11 novembre 2020, facendo riferimento a lei ha dichiarato: “penso che lui farebbe bene a mettere a disposizione del Governo le proprie dimissioni”.

7. Il Governo non la sostiene nemmeno in Parlamento di fronte alle Interrogazioni a risposta immediata, poste dai deputati Cristian Invernizzi e Francesco Cannizzaro l’11 novembre 2020. Entrambi i parlamentari hanno richiamato la sua inadeguatezza al ruolo di Commissario per la sanità calabrese ed hanno chiesto spiegazioni al Governo. Il suo Amico-Ministro della Salute non si è presentato in aula, ed il sostituto non ha speso una solo parola in difesa dell’attuale nomina.
Con un poco di buon senso, credo che quello che ho richiamato possa essere sufficiente alle Sue dimissione, per concludere la vicenda nel modo più dignitoso possibile".

 

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