Mongiardo: "La Strategia urbana 2021-2027 per la città di Catanzaro"

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Marina Mongiardo
  10 dicembre 2024 09:23

di MARINA MONGIARDO*

 Tra poco più di un mese e mezzo scadrà il termine per l’elaborazione da parte delle Amministrazioni di Catanzaro, Reggio e Cosenza-Rende delle rispettive Strategie Urbane, previste e finanziate nell’ambito delle Strategie Territoriali della Priorità 5 “Una Europa/Calabria più vicina ai cittadini” del Programma Regionale della Calabria FESR e FSE+ 2021-2027.

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Il termine è perentorio e sanzionato dalla Regione con l’esclusione dell’amministrazione inadempiente dalla partecipazione al riparto della quota finanziaria premiale (quota variabile) di complessivi 12 milioni di euro, che si andrebbe ad aggiungere alla quota fissa di complessivi 68 milioni, messi immediatamente a disposizione delle tre aree urbane, con l’obiettivo specifico di conseguire strategie territoriali di rigenerazione sostenibile e promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza nelle aree urbane.

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Come è bene esplicitato nei documenti di programmazione regionale le “Aree urbane possono configurarsi come le principali proposte territoriali in cui si sviluppa creatività e innovazione. .... Al tempo stesso, le aree urbane rappresentano luoghi in cui alcuni problemi quali disoccupazione, esclusione sociale, condizioni ambientali sono più accentuati. In questa logica lo sviluppo urbano, considerando il contesto calabrese, va orientato sempre più in un’ottica di sviluppo sociale inclusivo, economico e ambientale implementando strategie più attente alle infrastrutture immateriali, alla qualità e alla gestione del servizio piuttosto che alla pianificazione dell'edificazione”.

Su questi temi, dunque, la Città di Catanzaro, con il contributo del Partenariato locale – istituzionale, economico e sociale – deve costruire la propria strategia attorno ad un “attrattore”, che diventa, quindi, il fulcro per interventi integrati in grado di attivare la creazione di acceleratori di sviluppo locale.

In quest’ottica, sarebbe stato necessario avviare sin da settembre (come tra l’altro programmato) una decisa azione di cooperazione tra autorità pubbliche, parti economiche e sociali e organismi che rappresentano la società civile, compresi i partner ambientali e le organizzazioni locali e di volontariato, non solo perché lo prescrive il Codice europeo di condotta sul partenariato per l’utilizzo dei Fondi europei, quanto piuttosto perché il partenariato deve assumere un ruolo centrale nella Strategia Urbana, in quanto funzionale a individuare le soluzioni più efficaci per innescare processi di sviluppo territoriali virtuosi.

Tale ruolo è ancora più importante perché la Strategia per la Città di Catanzaro deve “andare oltre le politiche di settore integrando diversi ambiti tematici fra loro con un approccio multisettoriale (integrazione orizzontale), attivando processi di cooperazione con diversi livelli e attori (integrazione verticale)” e, in linea con quanto previsto dalla normativa dell’Unione Europea, sostenendo le Strategie Territoriali attraverso lo strumento dell’Investimento Territoriale Integrato (ITI). Questa opportunità non può andare persa e ritengo che possa essere la rappresentazione del reale e concreto cambio di marcia per l’Amministrazione di Catanzaro.

Sono convinta, tra l’altro, che la definizione della Strategia Urbana per l’area di Catanzaro dovesse essere il tema politico più alto o forse l’unico tema del cosiddetto tavolo del centro-sinistra, a partire dal quale formulare e definire una visione di prospettiva per la nostra Città. I fondi immediatamente disponibili e assegnati a Catanzaro, pari a 20,7 milioni, sono esigui per un tale progetto ambizioso e gran parte di essi dovrà essere utilizzata per concludere gli interventi avviati nella precedente Agenda Urbana 2014-2020 e in grave ritardo di attuazione, tuttavia la metodologia richiesta dalla programmazione europea (integrazione e attrattore) ci permette di attivare un circolo virtuoso verso una programmazione di ampio respiro i cui interventi avrebbero la possibilità di attrarre nuovi finanziamenti a valere sullo stesso Programma Regionale della Calabria FESR e FSE+ 2021-2027 e su altri Programmi delle Politiche di Coesione. Questa è anche la posizione che la Regione ha assunto in una riunione ufficiale.      

Un’ultima cosa. Il Partito Democratico regionale della Calabria, nei mesi scorsi, ha rilanciato il dibattito su una importantissima questione che interessa anche tutto il territorio nazionale e che riguarda le Strategie per le Aree Interne, nella convinzione, del tutto condivisibile, della necessità di dover incidere sui fattori strutturali che determinano lo spopolamento e la marginalizzazione di quei territori per poter migliorare gli indicatori di sviluppo di tutta la regione. Rammento per i non addetti ai lavori che le Strategie Territoriali, nella programmazione delle politiche di coesione per la Calabria, assumono le due forme di Strategie per le Aree Interne e Strategie per le Aree Urbane, in quanto è a queste realtà territoriali (Arre Urbane e Aree Interne) che viene riconosciuta la necessità di un approccio integrato e di soluzioni adeguate alle specifiche necessità territoriali. Credo, quindi, che sarebbe un grave errore per il PD regionale mettere in secondo piano le questioni che interessano le Aree Urbane, in quanto – lo ribadisco – rappresentano luoghi in cui alcune criticità quali disoccupazione, esclusione sociale, condizioni ambientali sono più accentuate e diffuse e che, tuttavia, se adeguatamente sostenuti e valorizzati possono rappresentare un motore di sviluppo anche per le aree e i paesi circostanti.

 

*ex Assessora al bilancio e tributi del Comune di Catanzaro, militante del Partito Democratico

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