Da quest'anno il 5 febbraio, per i montauresi, sarà ricordato non solo per il miracoloso intervento del Santo Patrono, san Pantaleone in occasione del terremoto del 1873, ma anche per la contestazione di un nutrito gruppo di fedeli nei confronti del sacerdote don Nicola Ierardi.
E infatti in occasione dell'ultima celebrazione alcuni fedeli molto civilmente - e sempre nel rispetto delle regole anticovid - hanno inscenato una protesta, spontanea, davanti la Chiesa Matrice. Hanno fatto sentire la propria voce chiedendo al parroco la gentilezza di "lasciare aperta la porta dell'edificio Sacro per poter partecipare a distanza allo svolgimento della cerimonia, che prevede l'apertura e lo svelamento delle reliquie del Santo Protettore, una parte del sangue che miracolosamente si liquefa e un pezzo di osso della nuca".
Richiesta che sarebbe stata completamente ignorata e così davanti al sagrato si sono levate grida di protesta.
Nel tardo pomeriggio, come da tradizione, ieri sono state riposte le reliquie mentre i fedeli, ancora davanti alla chiesa aspettavano che la loro richiesta fatta al mattino potesse essere accolta. Ma alle 17.30 dopo dell'arrivo delle forze dell'ordine, sempre presenti come da tradizione, un collaboratore del parroco ha chiuso le porte con pochi fedeli all'interno per assistere al rito.
Ed è stato a questo punto che i fedeli hanno fatto sentire la loro voce: loro, rimasti fuori dalla loro festa. Urla di protesta e applausi di scherno hanno attirato l'attenzione del maresciallo dei carabinieri Domenico Misogono che è uscito davanti alla Chiesa per capire il perché della protesta che ha subito sedato lasciando aperta la porta, capendo quanto fosse importante per quella gente sentirsi vicini al proprio Protettore..
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