Montauro, la storia della piccola rivoluzione genitale dell’ASC Femminile

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  19 giugno 2025 09:35

di SETTIMIO PAONE

C’era un tempo, non troppo lontano, in cui le grandi rivoluzioni cominciavano in silenzio. Nessun clamore, nessuna prima pagina. Solo una stanza, un pomeriggio e un piccolo gruppo di donne sedute attorno a un tavolo, con il cuore pieno di idee e le mani pronte a fare.
Era il 1985, e in quel piccolo borgo, Montauro, come sempre affacciato sul mare, nacque un’associazione che non aveva ancora un nome, ma aveva già un’anima: l’A.C.S. Femminile Montaurese.

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Non volevano cambiare il mondo. Volevano prendersi cura del loro. E lo hanno fatto – con grazia, con passione, con quella tenacia silenziosa che è solo delle donne quando decidono che sì, è il momento di fare qualcosa di bello. Per davvero.
All’inizio erano in 35. Donne semplici, forti, unite da un desiderio profondo: creare legami, condividere valori, costruire comunità. Non si trattava solo di eventi: si trattava di anime che si cercavano, si riconoscevano e si sostenevano. Da quella prima, coraggiosa iscrizione, il cammino è stato lungo, fatto di giorni intensi, mani operose, cuori generosi.
Tra le fondatrici, Maria Paola Maddalena Leomporra, oggi ancora presidente del sodalizio, una donna dalla voce ferma e dallo sguardo luminoso. Da allora, non ha mai smesso di credere nell’associazione, e oggi continua a guidarla con la stessa passione di allora, come una madre che veglia con amore sulla sua creatura.

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In quarant’anni, l’A.C.S. ha dato vita a oltre 200 manifestazioni. E ognuna di esse è stata un dono. Le sfilate di Carnevale, allegre e colorate, hanno riportato i sorrisi sui volti dei bambini. Le sagre, i profumi, i sapori, la gente che si ritrova. Le maratone, le mostre artigianali, le giornate in cui Montauro si riempie di vita e si sente più unito che mai. E sempre, dietro ogni evento, c’era un pensiero per chi soffre, per chi lotta: molte iniziative, infatti, hanno uno scopo benefico, come la sagra estiva che da oltre dieci anni aiuta la ricerca sul cancro attraverso l’AIRC.
Ma c’è un momento che brilla più di tutti, come una stella nella notte: il Presepe Vivente. È stata la prima manifestazione organizzata dall’A.C.S., e non solo: è stata anche la prima volta di questa tipologia di manifestazione nel circondario di Montauro. In quel presepe c’erano gli occhi dei nonni, le mani dei bambini, il calore delle famiglie. Non era solo una rappresentazione: era un abbraccio collettivo, un atto d’amore verso le proprie radici, un rito che univa e commuoveva.
L’A.C.S. non è soltanto un’associazione. È la prima associazione formata esclusivamente da donne in tutta la Calabria. Un primato che vale più di mille parole, perché nato in un tempo in cui le donne erano ancora ai margini della vita pubblica. Quelle donne, però, non hanno atteso il permesso di nessuno: hanno parlato con i fatti, con l’impegno, con la tenacia dolce e incrollabile che solo chi ama davvero possiede.
E oggi, nei giorni in cui si compiono questi quarant’anni, il pensiero vola alto, verso il cielo. A tutte le donne che hanno fatto parte dell’associazione e che oggi non sono più tra noi, ma che da lassù, con il cuore colmo d’orgoglio, continuano a seguire ogni passo, ogni gesto, ogni battito di questa grande famiglia. Sono le stelle silenziose che illuminano ancora il cammino dell’A.C.S., le radici invisibili di una forza che non muore.

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Oggi, l’A.C.S. è un patrimonio vivo, una fiamma che non si spegne. Le sue radici sono profonde nel cuore di Montauro, e i suoi rami si protendono verso il domani. Perché grazie a queste donne, il paese ha imparato a conoscersi, a credere in sé stesso, a guardarsi con occhi più luminosi.
Auguri, A.C.S. Femminile Montaurese.
Quarant’anni di sorrisi, di lacrime condivise, di mani intrecciate, di passi fatti insieme. Che siano solo i primi di tanti altri capitoli, scritti con lo stesso cuore.

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