Montauro, “Storie al Tramonto”: la memoria che cammina tra le vie del borgo

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  19 agosto 2025 08:41

 di SETTIMIO PAONE 

Un esperimento riuscito quello proposto dall’associazione La Radice Sociale APS, che ha animato le vie del borgo di Montauro con la manifestazione “Storie al Tramonto”. L’idea, tanto semplice quanto originale, è stata quella di trasformare una passeggiata tra i vicoli in un percorso narrativo, dove leggende, aneddoti di vita quotidiana e cenni storici hanno preso forma attraverso le voci di chi Montauro lo vive, o lo ha vissuto, in prima persona.

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L’iniziativa, accolta con entusiasmo dai partecipanti, ha trovato subito la giusta formula: camminare insieme, ascoltare e interagire, lasciando che i ricordi e i racconti si intrecciassero con il paesaggio del borgo. Un mosaico di memoria collettiva che ha dato alla manifestazione quel senso di completezza tanto auspicato dagli organizzatori. Tra gli interventi che hanno colpito il pubblico, due testimonianze femminili hanno saputo restituire l’essenza di Montauro nelle sue diverse anime. Aurora Agresta, immigrata per amore in questo paese, ha raccontato i suoi ricordi da bambina, quando giungeva a Montauro per vicissitudini familiari. Ricorda con emozione la zona della Potifedha, le cucine che sprigionavano profumi intensi nel giorno della festa patronale e la folla che si affrettava per partecipare alla messa. Ma soprattutto, ricorda il brivido provato la prima volta che udì l’inno a San Pantaleone, un’emozione forte che ancora oggi la lega indissolubilmente alla comunità montauresa, segno di un destino che l’ha voluta “montaurese acquisita”.

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Di tutt’altro segno il racconto di Franca Spadea, emigrata a Torino oltre cinquant’anni fa. Con voce vibrante ha riportato tutti agli anni Sessanta, quando la sua “ruga” era popolosa e viva: le galline che scorazzavano libere per le strade, il timore suscitato dalle mucche che, rientrando dal pascolo, correvano lungo la discesa davanti a casa sua facendo un rumore fragoroso, e infine la magia della televisione. Con tenerezza ha rievocato le serate dei bambini che, dopo aver assistito al Carosello nell’unica abitazione della via dotata di televisore, tornavano a casa accompagnati dalla rituale frase: “E dopo Carosello, tutti a letto!”.

Il successo di Storie al Tramonto conferma la capacità della Radice Sociale APS di saper inventare momenti culturali e comunitari capaci di coinvolgere tutti, grandi e piccoli, montauresi di nascita o di adozione, residenti ed emigrati. Una formula che unisce memoria e socialità, e che rende il borgo non solo cornice, ma autentico protagonista della narrazione. Bravi i ragazzi della Radice Sociale APS: hanno dimostrato che a Montauro la storia non è ferma nei libri, ma continua a vivere e respirare tra le pietre delle sue strade e nei ricordi di chi le percorre.

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