di SETTIMIO PAONE
Con l'arrivo dell’estate, cresce la preoccupazione in via Pendici, a Montauro, una zona residenziale del comune di Montauro, dove gli abitanti convivono da anni con un problema mai risolto: la mancata canalizzazione delle acque piovane provenienti dalla strada provinciale per Gasperina. A farsi portavoce del disagio è la signora Maria Innocenza Aiello, residente nella zona, che denuncia la situazione con amarezza e apprensione: “Ogni inverno vivo con il terrore. Quando piove, l'acqua scende dalla strada provinciale con una violenza sempre più simile a un temporale tropicale, si incanala lungo una scalinata su cui affacciano molte abitazioni, tra cui la mia, trasformandosi in una vera e propria cascata. Trascina con sé fango, pietre, detriti. Abbiamo avuto danni e allagamenti, e ogni volta è un incubo.”
Secondo la testimonianza della signora Aiello, più volte si sarebbe recata presso l’ufficio tecnico comunale per segnalare la questione. La risposta ricevuta? Il problema ricade sotto la competenza della Provincia, la quale – le sarebbe stato detto – sarebbe dovuta intervenire “a primavera”. Ma la primavera è passata, e ancora una volta non si è visto alcun intervento concreto. “Sono anni che riceviamo le stesse risposte. Intanto il tempo passa, le stagioni si susseguono, e noi ci ritroviamo puntualmente a fare i conti con la paura, con i danni e con l’assenza di soluzioni. Non possiamo più aspettare.”
Il timore degli abitanti è più che fondato, anche alla luce dei cambiamenti climatici che rendono sempre più frequenti e violenti gli eventi meteorologici, con piogge improvvise e torrenziali capaci di mettere in crisi in pochi minuti un’intera zona. La conformazione del terreno e la mancanza di un sistema di raccolta e convogliamento delle acque accentuano il rischio di frane, allagamenti e danni strutturali agli edifici.
Gli abitanti di via Pendici chiedono interventi urgenti, un’assunzione di responsabilità chiara da parte degli enti preposti, e soprattutto la messa in sicurezza definitiva della zona. Perché l’emergenza non può diventare la normalità, e perché ogni cittadino ha diritto a vivere nella propria casa senza la paura che, alla prossima pioggia, l’acqua possa travolgere tutto.
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