Un incontro partecipato e denso di significati quello che si è tenuto al Naturium di Montepaone. Protagonisti, gli studenti dell’associazione universitaria ELSA Catanzaro, provenienti dal Dipartimento di Giurisprudenza e da corsi di Economia, giunti per esplorare da vicino il Regolamento (UE) n. 848/2018 sulla produzione biologica e comprenderne le ricadute pratiche sul territorio.
A introdurre i lavori è stata la professoressa Maria Carlotta Rizzuto, docente di Diritto agroalimentare, che ha guidato il gruppo nella comprensione della normativa e delle sue implicazioni tra prospettive e criticità. Con lei, l’avvocato Roberta Ussia, esperta Naturium di Diritto agroalimentare, che ha approfondito il tema della certificazione dell’intera filiera biologica, illustrando l’importanza dei controlli per la tutela del consumatore, con esempi pratici come il registro HACCP e il percorso tracciabile del prodotto biologico dal campo al punto vendita.
Ma l’incontro ha assunto fin da subito una dimensione più profonda: molti ragazzi hanno parlato del proprio futuro, esprimendo dubbi e speranze rispetto alle possibilità di fare impresa in Calabria, una terra spesso raccontata dai media per le sue difficoltà più che per le sue opportunità. Proprio per questo, la testimonianza di Giovanni Sgrò, fondatore del progetto Naturium, ha suscitato grande interesse.
Sgrò ha condiviso con i presenti la storia dell’azienda, sottolineando come alla base del successo ci siano impegno, consapevolezza e coraggio. “In tanti mi hanno chiesto consigli – ha raccontato – e ho cercato di spiegare che l’unico vero segreto è crederci, lavorare sodo, formarsi visitando altre realtà e affrontare anche i limiti del nostro territorio, come la mancanza di fiere di settore, che sono occasioni preziose di crescita”.
Durante la visita sono stati toccati temi fondamentali come la nascita del biologico – a partire dagli anni ‘70 con realtà pionieristiche come quella di Gino Girolomoni – e il valore della scelta etica nel consumo e nella produzione. “Non si può pagare troppo poco un prodotto agricolo – ha detto Sgrò – perché dietro un prezzo troppo basso può nascondersi sfruttamento o filiere opache. Il biologico deve essere democratico, accessibile a tutti, ma sempre garantito”.
Il confronto ha poi toccato anche l’esperienza di Libera Terra, i principi della biodinamica e le nuove sfide per un’agricoltura sostenibile e giusta. Molti studenti si sono detti entusiasti dell’esperienza, al punto da voler partecipare alla prossima festa del Bio a Caulonia, evento del 24 e 25 maggio che affronterà più da vicino il tema dell’etica nella produzione agricola.
A margine dell’incontro, la prof.ssa Rizzuto ha espresso grande soddisfazione: “Un’esperienza formativa vera, che ha avvicinato i ragazzi alla complessità del biologico, non solo come norma ma come scelta di vita e responsabilità civile”.
Una mattinata che ha lasciato il segno, dimostrando come diritto, economia e impresa sostenibile possano dialogare e ispirare i giovani, anche (e forse soprattutto) in una terra difficile ma piena di potenziale come la Calabria.
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