di PASQUALE MONTILLA*
Come ampiamente dimostrato non deve essere solo il Tenorm e l’ambiente contaminato ad attrarre l’attenzione esclusiva.E’ l’essere umano che maggiormente risente di queste forme di inquinamento ambientale.Il bioaccumulo si traduce in malattie. Cristopher Hitchens definisce la devastante esperienza con il cancro da subita contaminazione come una deportazione ferma e gentile dal paese dei sani oltre il desolato confine della terra della malattia. Vorrei premettere che come oncologo fino a poco tempo fa non mi interessava affatto la tossicologia clinica perché sono profondamente innamorato dell’oncologia clinica .
Nella stanza della tossicologia clinica applicata ci sono entrato per pura riflessione dopo una attenta valutazione tossicologica su un paziente oncologico in cura.Il Tenorm (Techological Enhanced Natural Occurring Radioactive Materials) non rappresenta solo il nucleo patologico di un agglomerato prodotto da processo di lavorazione di un minerale fosfatico della ex Pertusola di Crotone che contiene metalli tossici cancerogeni e nucleotidi radioattivi altrettanto genotossici per radiolisi ionizzativa per la specie umana ma una miniera di informazioni scientifiche che ho colto e sviluppato scientificamente. E’ obbligatorio ammettere che la fosforite e i suoi prodotti di scarto nella sua lavorazione ha una tipica concentrazione metalli tossici a base di uranio,di torio, di radio,di piombo e trattato ad alte temperature in alto forno sviluppano concentrazioni di isotopi di polonio in forma di gas. Inoltre nella catena di decadimento dell’uranio prodotto dalla lavorazione si ha la formazione di radon,un gas nobile estremamente pericoloso e altrettanto cancerogeno.
Gli scarti di lavorazione industriale che contengono o sono contaminati da radionuclidi sono classificati rifiuti radioattivisolidi condizionati . In violazione della direttiva Euratom irifiuti radioattivi di produzione industriale come prodotto di scarto della ex Pertusola sono stati tombati con impressionante disinvoltura sul territorio di Crotone secondo una gestione di smaltimento e stoccaggio senza avere tenuto conto dei gravi possibili effetti sanitari e della crisi ambientale sviluppata.
Totalmente ignorate le procedure Euratom standard di smantellamento e bonifica del sito industriale di origine non nucleare contaminato da radiazioni ionizzanti. Mancato intervento programmato di Decommissioning ovvero della messa e mantenimento in sicurezza dell’impianto e della sua rapida decontaminazionetotale.
Il territorio di Crotone di sicuro rappresenta pertanto un modello di contaminazione subita da metalli tossici diretta ed assoluta sulla popolazione dove sarà possibile collegare in futuro con algoritmi di modelli tossicocinetici e modelli tossicodinamici dimostrare il danno biologico subito sulla popolazione. Vi è stato un assoluto mancato approfondimento tossicologico su matrice biologica umana,fatto che ha impedito di quantificare l’effettivo livello di intossicazione e avvelenamento dei soggetti esposti alla contaminazione .
Tale quantificazione avrebbe potuto essere raggiunta attraverso un approccio clinico tossicologico mirato che andava ad incrociarsi ed integrarsi con i dati epidemiologici elaborati dai registri tumori .
Tale approccio tossicologico avrebbe raggiunto in tal modo con massima precisione e incontestabilità il nesso di condizionamento tra esposizione e danno genotossico prodotto dal sito contaminato SIN ,quindi la correlazione provata tra esposizione a contaminanti ambientali e l’insorgenza di patologie tumorali e degenerative da avvelenamento cronico da metalli tossici. Non è stato valutato il rischio predittivo da esposizione acuta e cronica dei contaminanti sulla popolazione .Non sono stati rispettati i concetti essenziali di tossicologia clinica applicata e di tossicologia genetica.
Le patologie neoplastiche contratte nel territorio andavano inquadrate da una altra angolazione come un prodotto genetico terminale da insulto cronico di nanoagglomerti genotossici poco compatibili per i sistemi biologici della specie umana,come un incidente geneticoindotto da un degrado etico-industriale che hanno sviluppato drammatiche fratture esistenziale umane imperdonabili. Sappiamo bene che la nostra oncologia clinica moderna per quanto potente non ha in definitiva per molti tumori solidi stabilito un buon contatto, una definitiva risposta concreta ma ti propone un accordo di speranza per qualche anno utile in più.
Pazienti subiscono in perfette stanze di ospedali continui disagi fisici e trasformativi per lottare contro un modello di malattia neoplastica da danno industriale. Approfondire argomenti di nanodiagnostica e uso di farmaci epigenetici in nanoterapia rappresenta un motivo di riflessione scientifica e un obbligo morale che a mio avviso per alcuni risultati ottenuti merita un approfondimento per una possibile ricerca scientifica di base su Crotone. Screening oncologici innovativi , sequenziamento tumorale e una mirata chemioprevenzione primaria offriranno in futuro vantaggi di cura e maggiore sopravvivenza .Di sicuro test molecolari per lo studio sulle mutazioni driver ci daranno maggiori informazioni farmaco-genetiche su come anticipare malattie attualmente letali. Approcci combinati tra farmaci epigenetici , Drug decorporation di analiti tossici e nanodiagnostica oncologica potrebbero rappresentare insieme alle attuali terapie moderne in oncologia un possibile salto di qualità nelle cure da patologie degenerative e neoplastiche indotte da inquinamento ambientale.
Ci stiamo lavorando con un team di ricercatori universitari italiani e in continua evoluzione scientifica sul territorio.
*Oncologo Medico UCSC Roma
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