“La morte della Dottoressa Maddalena Carta, a soli 38 anni, non può essere rubricata a mera fatalità clinica. Quando un medico di famiglia, in un piccolo paese della Sardegna, viene lasciato da solo a reggere il peso di 5000 pazienti, a coprire turni impossibili, ad annullare se stessa per non abbandonare la propria comunità, allora siamo di fronte ad una responsabilità collettiva. Come Avvocato non posso fare a meno di leggere questa vicenda come un drammatico atto d' accusa nei confronti delle istituzioni. La Carta Costituzionale, che all'articolo 32 riconosce la salute come diritto fondamentale, viene tradita quando lo Stato non garantisce strumenti e condizioni adeguate a chi quel diritto è chiamato a tutelarlo in prima linea. La morte di Maddalena non è solo una tragedia privata, è una morte sul lavoro: una giovane professionista stroncata dal peso di un sistema che troppo spesso scarica sugli individui i fallimenti della programmazione pubblica. Dietro la sua dedizione si nasconde la solitudine di chi,pur avendo avvertito segnali di malessere ,ha scelto di non sottrarsi ai propri doveri. Una scelta che dovrebbe essere eroica,non necessaria. So bene che parlare di colpe " non è mai semplice. Ma so anche che la responsabilità penale individuale non esaurisce il tema della responsabilità politica, morale e istituzionale. Se i medici di base diventano numeri sacrificabili, se territori interi restano senza presidi sanitari adeguati, se il lavoro si trasforma in logoramento fisico e psichico, allora lo Stato abdica al suo ruolo di garante dei diritti. La morte della dottoressa Maddalena Carta,ci impone di fermarci. Non servono solo cordoglio e dichiarazioni di circostanza. Serve una riforma radicale della Medicina del territorio, servono investimenti, serve una distribuzione equa delle risorse, serve il coraggio di mettere al centro la persona - sia essa il paziente che il Medico. La giustizia Penale si occupa di fatti, ma la giustizia Sociale si misura nella capacità di prevenire tragedie come questa. A noi,cittadini e istituzioni, spetta ora il compito di non lasciare che la voce silenziosa di Maddalena cada nell 'oblio."
Lo scrive l’Avvocato Aldo Truncè.
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