di Vincenzo Speziali
La morte di Gerardo Bianco, già parlamentare e ministro (nell'Andreotti VI, alla Pubblica Istruzione) della DC, nonché ex Segretario e Presidente del PPI, segna un altro lutto, non solo politico, ma persino e soprattutto personale, che mi colpisce nell'intimo, visti i rapporti di reciproco affetto.
Gerardo, difatti, ha rappresentato, già durante la 'beatificatamente laica' prima repubblica, un gigante di buona politica ed eccezionali virtù, le cui attitudini, nei tristi giorni contemporanei, sono misconosciute alla maggioranza degli attuali inquilini del Parlamento, poiché cooptati e non eletti, proprio a cagione dell'assenza del proporzionale.
Il sistema elettorale proporzionale, fu per lui più di uno sterile stendardo da agitare come monito e riflessione, alfine di legittimare la rigenerazione di una qualsivoglia classe dirigente, epperò oggi ci lascia, con questo vuoto enorme, accompagnato e peggiorato, dalla sua stessa dipartita.
Di Gerardo ho tanti ricordi -spesso accennati, recentemente, in vari articoli da me scritti- ma in questo momento, a seguito della notizia giuntami da Peppino Gargani, il dignitoso silenzio, cede il passo ad una grande, grandissima, emozione, rivongendo all'anima benedetta di questo uomo mite, giusto ed onesto, un pensiero di affetto e una preghiera in requiem.
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