di CLAUDIA FISCILETTI
Si è spento a Bologna Gregorio Scalise, poeta nato a Catanzaro nel 1939. Malato da lungo tempo, ci lascia le sue raccolte di versi e i suoi lavori scritti per il teatro.
La sua carriera di scrittore inizia negli anni Sessanta, dopo essersi laureato in Lettere a Bologna, con la pubblicazione delle raccolte poetiche “A capo” e “L’erba al suo erbario”, nel 1968, che offrono uno spaccato del periodo politico e culturale che stava vivendo Scalise in prima persona, ispirato anche dai numerosi ruoli che ha ricoperto nella sua vita a partire dall’ispettore di dogana al confine austriaco, assicuratore, professore nelle scuole medie e superiori, insegnante per disabili, bibliotecario, ispettore presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna, infine docente di Letteratura e filosofia del Teatro all'Accademia di Belle Arti sempre a Bologna.
Oltre alla poesia ha sperimentato la narrazione, pubblicando racconti e appassionandosi anche alla critica d’arte. È il poema "Segni" pubblicato nell'antologia curata da Alfonso Berardinelli e Franco Cordelli (Il pubblico della poesia, 1975) a segnare il riconoscimento di Scalise come poeta. Gli anni Ottanta sono caratterizzati dal rapporto del poeta con il teatro. I testi di Scalise vengono segnalati o premiati (Premio Riccione, 1979, Vallecorsi Pistoia, 1980) e rappresentati a Roma, Napoli, Palermo e a Bologna in particolare dal Gruppo Libero diretto da Bianca Maria Pirazzoli. In totale ha prodotto quaranta testi teatrali.
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