di LAURA MOSCHELLA*
La sanità è vita, non un terreno di propaganda. Eppure la destra, a livello regionale e nazionale, ha un disegno chiaro: smantellare pezzo dopo pezzo il servizio pubblico per spingere i cittadini verso il privato. Un progetto scellerato che mina il diritto universale alla cura, trasformandolo in un lusso per chi se lo può permettere.
In questi giorni si discute del mancato incontro tra Occhiuto e Tridico, candidati alla Presidenza della Regione. La verità è che il presidente in carica non dovrebbe sottrarsi, ma spiegare ai calabresi cosa ha fatto in questi quattro anni da Commissario alla Sanità. Non chiacchiere, non propaganda, non selfie: i cittadini vogliono risposte concrete. Non servono passerelle con avversari politici scelti ad arte, ma il coraggio di guardare in faccia la realtà quotidiana.
E la realtà quotidiana la conoscono i sindaci: noi che raccogliamo ogni giorno le richieste disperate di cittadini che non riescono ad avere una visita, che bussano ai nostri uffici perché i pronto soccorso sono al collasso, che si rivolgono al sindaco per chiamare il medico di paese perché le ambulanze spesso non hanno nemmeno un dottore a bordo. Questa non è politica: è abbandono istituzionale.
Altro che tavoli e incontri di facciata. Occhiuto venga nei Comuni, venga a confrontarsi con chi amministra territori dove il sindaco è costretto a organizzare collette per aiutare la gente a curarsi. Basta con gli slogan vuoti e con i post sui social: il confronto serio deve essere con chi la realtà la vive sulla propria pelle, non con chi recita copioni scritti nelle segreterie di partito.
E ai colleghi sindaci dico: non pieghiamoci agli interessi personali, smettiamola di credere alle promesse. Guardiamo piuttosto alle famiglie che incontriamo quotidianamente, alle persone che soffrono, ai cittadini che hanno perso fiducia nelle istituzioni e che ci guardano come ultimo baluardo. Non dimentichiamo il COVID: senza una sanità pubblica, universale e gratuita, sarebbe stato un disastro totale. Eppure sembra che quella lezione sia già stata dimenticata da chi governa.
Oggi è in gioco il futuro della Calabria e dei suoi cittadini. Chi governa la Regione deve scegliere: stare dalla parte del popolo o continuare a difendere un sistema che produce disuguaglianze, dolore e disperazione. Chi sceglie la seconda strada deve sapere che sarà ricordato come complice di un grave atto di indifferenza contro la dignità dei calabresi.
*Sindaco di Gimigliano
Candidata al Consiglio Regionale della Calabria
nei Democratici e Progressisti
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