Prima sentenza di condanna per l'Ente chiamato in causa dallo studio Mellea
30 settembre 2025 11:52di STEFANIA PAPALEO
Aveva lottato un mese tra la vita e la morte, Antonio Rocca, l'uomo di 47 anni caduto dalla sua moto la mattina del 28 luglio 2019 a causa di un cinghiale di grossa taglia che gli aveva tagliato la strada a Simeri Crichi, nel Catanzarese. Solo un mese dopo, ovvero il 28 agosto 2019, la tragedia, con il decesso in ospedale. Oggi un primo atto di quella giustizia invocata a gran voce dai familiari, con la condanna della Regione Calabria a un risarcimento di oltre 265 mila euro a favore di un erede della vittima per non aver adottato le misure di sicurezza necessarie a evitare l'incidente. In calce alla sentenza, destinata a rappresentare un pericoloso precedente per l'Ente, la firma del giudice monocratico del Tribunale di Catanzaro Song Damiani, che ha accolto il lungo e dettagliato ricorso presentato dagli avvocati Giampiero e Magda Mellea, pronti a procedere in tal senso anche nell'interesse di altri eredi, così aprendo la strada al rischio di un esborso milionario da parte della Regione Calabria.
Inutile il tentativo dell'Avvocatura regionale di scaricare ogni responsabilità sulla Provincia di Catanzaro, più volte sollecitata ad attuare idonee misure volte a prevenire il danno, "poiché ciò che viene in rilievo è il fatto dell’animale e non già l’inerzia nell’attuare misure sulla viabilità o sui terreni a bordo strada da parte della Regione stessa che, peraltro, non ha nemmeno esteso la citazione alla Provincia, per l’eventuale rivalsa". Piuttosto, a supportare la tesi dello studio Mellea, ci sono le deposizioni di alcuni testimoni che avevano prestato i primi soccorsi al malcapitato centauro e che avevano confermato come il punto dell’impatto si trovasse prima della cartellonistica stradale di avvertimento e come vi fosse una folta vegetazione ai lati della strada".
Entrambi, dunque, hanno confermato di aver assistito all’incidente dovuto all’improvviso attraversamento della strada da parte di un cinghiale, indicando, peraltro, il punto esatto della strada S.P. 14 in cui è avvenuto, l’andatura al di sotto
dei limiti di velocità delle strade provinciali, il fatto che il conducente della moto indossava il casco, di aver prestato soccorso, di aver constatato, in prima approssimazione, le lesioni riportate. Un teste, in particolare, ha precisato che l’incidente è avvenuto prima della cartellonistica di avvertimento del pericolo attraversamento animali selvatici, precisando il senso di marcia e l’andatura del motoveicolo condotto da Antonio Rocca.
Insomma, nessun dubbio sulla dinamica dell'incidente, nè - a parere del giudice - sulla responsabilità della Regione Calabria, la cui difesa basata su "considerazioni non sufficientemente dimostrate” è crollata inesorabilmente davanti alla tesi d'accusa, facendo tremare le casse dell'Ente per futuri ricorsi.
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