Confermate le altre prescrizioni del regolamento impugnato, ovvero quelle relative all'obbligo di porre in essere tutte le cautele possibili per evitare comportamenti degli avventori che arrechino disturbo alla quiete pubblica e stop alla musica dopo le 23
21 giugno 2020 22:54di PAOLO CRISTOFARO
Sono in tutto 12 gli esercenti di Lamezia Terme che hanno fatto ricorso al Tar della Calabria - difesi dall'avvocato Luisa Cimino - contro il Comune, in particolare contro una delibera della Commissione Straordinaria del settembre scorso e contro il Regolamento della Polizia Urbana concernente le attività serali dei locali e le limitazioni per la sicurezza. Il Tribunale ha parzialmente accolto il ricorso, dando il via libera per la vendita di alcolici dalle 22 alle 7 di mattina.
Con il ricorso i titolari delle attività - "Le Cucine Blue Moon", "Matahari", "Zerosettantacinque", "Cgm Group", "Visioni", "Merlo Rosso", "People On Moviment", "Marchef", "Ops Zone", "Tre A", "Sonny Boy" e "Mai-Tai Tiki Bar" - si sono opposti al regolamento, a loro dire, stringente prodotto dall'amministrazione. In particolare è stato contestato - e il Tar ha ritenuto fondata la questione - il divieto di somministrazione degli alcolici dopo le 22. I ricorrenti avevano affermato nel ricorso che "il regolamento compromette in modo assoluto l'esercizio della loro attività d'impresa", in quanto anche in materia di sicurezza le spese sono già pesanti.
L'amministrazione aveva contestato la reale influenza del regolamento sulla possibilità di svolgere l'attività commerciale, ma stando al Tar non avrebbe dimostrato con prove precise la presunta infondatezza di quanto asserito dai ricorrenti, non allegando fatti oppositivi specifici. Nulla da fare, invece, per le altre prescrizioni contenute nel regolamento relative al "porre in essere tutte le cautele possibili per evitare comportamenti degli avventori che arrechino disturbo alla quiete pubblica", come anche il limite per la musica dopo le 23. Il Tar ha respinto la contestazione di queste altre norme, classificandole come necessarie per quello "spirito di comunità e di sviluppo della coscienza civica che coinvolge anche le imprese".
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