Il consigliere comunale di Soverato dottore Giacomo Mannino scrive una lettera al sindaco, Ernesto Alecci e al presidente del Consiglio Comunale in merito alla lettera inviata dal Consiglio della C.E.P. dell’Opera salesiana di Soverato, al Consiglio Comunale di Soverato datata 22 luglio 2021. Al centro dell'attenzione la movida soveratese.
La lettera del consigliere comunale:
"Si premette che il sottoscritto Consigliere comunale ha appreso dai social media dell’esistenza della lettera in oggetto, datata 22 luglio 2021 ed indirizzata al Consiglio Comunale della Città di Soverato dal Consiglio della Comunità Educativa Pastorale Opera Salesiana “Beato M. Rua”.
Per tale motivo ed ancora prima di entrare nel merito del contenuto della stessa missiva, lo scrivente, con la presente produce formale richiesta di conoscere la data di ricezione da parte dell’Ente Comune della nota in oggetto ed il motivo per il quale, allo stato dell’arte, il contenuto della stessa non sia stato portato a conoscenza di tutti i Consiglieri Comunali di Soverato anche nella considerazione che nessuna comunicazione è stata fatta nell’ambito dell’ultimo Consiglio Comunale svolto in data 29 luglio 2021 e che nessuna pec in merito è stata ricevuta dallo scrivente.
Rilevata la delicatezza dell’argomento, chi scrive chiede, inoltre, di valutare la possibilità di riferire gli elementi di risposta richiesti per iscritto e, comunque, entro e non oltre cinque giorni dal ricevimento della presente.
La funzione centrale e nevralgica del Consiglio comunale di Soverato ed il rispetto istituzionale di tutti i Consiglieri Comunali sono valori fondamentali per una sana e virtuosa crescita democratica della nostra città, della nostra comunità.
Non portare a conoscenza dei membri dell’Assise della Città comunicazioni indirizzate all’intero consiglio comunale senza alcuna valida ragione sarebbe un atto grave da stigmatizzare e condannare. In relazione, invece, al contenuto della nota del Consiglio della Comunità Educativa Pastorale dell’Opera salesiana, lo scrivente condivide pienamente il grido di allarme sociale lanciato dalla C.E.P. e rivolto a chi amministra la città. Nei giorni passati i consiglieri comunali della cd. “minoranza”, si sono rivolti al Sindaco proprio sull’argomento “movida”, ma senza ottenere risposte o azioni concrete.
Lo scrivente, al fine di dirimere possibili dubbi interpretativi, ritiene la movida soveratese un elemento caratterizzante per una città che si professa “a vocazione turistica”, un indotto importante sia dal punto di vista occupazionale e sia dal punto di vista economico.
La “movida” che necessita la nostra città, però, deve essere “sana”, “sicura”, “rispettosa dei cittadini e della città”, deve rappresentare un momento di spensieratezza e di allegria per i fruitori e non, invece, un momento pericoloso e di dissennatezza senza controllo. La scelta da parte dell’Amministrazione comunale di offrire gli spazi dell’ex Comac per lo svolgimento di una attività di promozione umana e sociale organizzata dei ragazzi del Centro giovanile era e rimane una scelta nobile e di alto valore sociale da plaudire: il sottoscritto non ha remore a dichiararlo. Tale disponibilità, da sola, però, non è sufficiente poiché, come definito nella nota in argomento “…è alta la preoccupazione per una piaga sociale da cui Soverato non è indenne: l’abuso di alcol da parte di adolescenti e giovani.”.
Le Istituzioni hanno il dovere di tenere “la barra dritta” sui veri valori ai quali si devono ispirare i giovani e, più in generale, la nostra comunità. Come Amministratori locali abbiamo l’obbligo di agire per offrire il meglio alla nostra amata Soverato, ai nostri amati cittadini ed, anche, ai nostri amati turisti.
“Ma del resto conosciamo perfettamente la situazione della “movida soveratese“, che proprio in questi giorni ha registrato l’ennesimo tragico episodio, che vede coinvolto un ragazzo di 16 anni, giunto in ospedale in coma etilico”.
Mancano i controlli, si tollera chi infrange il divieto di somministrare alcolici ai minorenni e, pare che la priorità sia quella di far aumentare gli introiti di esercenti che, a scapito dei più deboli, vìolano ogni principio di legalità. Viviamo una situazione allarmante e, ognuno deve farsi carico delle proprie responsabilità nei confronti di questi ragazzi”.
Così si legge in un passaggio della nota in oggetto: “Soverato è diventata la piazza di tutti, invito chi vuole investire e far ballare le persone senza permesso ad andare al Comune di Soverato che è terreno di tutti, lì si può fare tutto. Soverato è San Marino in Calabria” affermazione sconcertante del 28 luglio u.s. di Rodolfo Rotundo, Presidente del Silb (Sindacato Discoteche e Locali da Ballo). Tali affermazioni forti e devastanti rappresentano la cartina tornasole di una mancata attenzione alla regolamentazione e controllo della movida soveratese.
Per tali motivazioni, si chiede di attuare e promuovere ogni utile concreta e necessaria iniziativa allo scopo di: informare, sensibilizzare e contrastare l’abuso di alcolici e superalcolici tra i più giovani; rendere più sicure le serate della movida con una maggiore presenza sul lungomare e sul corso delle FF.PP. (anche prevedendo, in sinergia con le FF.OO. presenti sul territorio, la possibilità di installare delle postazioni mobili); pianificare e chiedere agli Organi preposti, maggiori ed intensi controlli atti a verificare l’effettiva osservanza del divieto di vendita di alcolici ai minorenni; tutelare il decoro urbano predisponendo un potenziamento della pulizia delle strade e della raccolta dei rifiuti prodotti dai locali rimodulando, se ritenuto utile, anche gli orari di raccolta.
Siamo ancora in tempo per correggere la rotta: facciamolo per la nostra città! Rimanendo in attesa di un sollecito riscontro alla presente, l’occasione è gradita per porgere distinti saluti".
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