
di FILIPPO COPPOLETTA
Catanzaro si è accesa ieri sera dei colori e delle visioni di Matteo Marcucci, in arte Mista Mark, con l’inaugurazione di Missin’ Link, l’evento autunnale ideato dai direttori artistici Giulia Cricelli e Marco Calabrese per MuliniLab. Nei locali del vivace 4uarantott8 in via XX Settembre, l’arte è tornata a farsi esperienza collettiva, incontro, linguaggio vivo.
Sin dal primo sguardo, la mostra cattura e disorienta. Tele che sembrano parlare la lingua delle città, dei muri, delle insegne, dei sogni notturni. Mista Mark intreccia lettering e simbolismo, mescola ironia e malinconia, accende il colore fino a renderlo vibrazione. C’è la furia del futurismo e l’irriverenza dadaista, ma filtrate da una sensibilità urbana e personale, dove ogni pennellata racconta frammenti di vita, di memoria, di umanità. “Porto un po’ del mio mondo — ha detto l’artista — confuso ma interessante, spero”. E quel mondo, tra citazioni pubblicitarie, cinema e fumetti, diventa un racconto emotivo, un gioco di rimandi e nostalgie.
Per MuliniLab, Missin’ Link è un tassello di un progetto più grande: aprire l’arte a luoghi non convenzionali, liberarla dalle pareti istituzionali per restituirla al tessuto vivo della città. “Vogliamo che l’arte si muova, che contamini spazi e persone”, spiega Cricelli. Dopo le esperienze estive al Centro Ippico Valle dei Mulini, l’idea è quella di costruire una rete, un filo invisibile che unisce artisti, pubblico e luoghi, creando dialoghi inattesi.
Calabrese, introducendo la mostra, ha sottolineato come il titolo Missin’ Link non sia solo un riferimento all’“anello mancante”, ma anche una metafora della ricerca costante di connessioni: tra linguaggi, tra mondi, tra sensibilità. E in effetti, camminando tra le opere di Mista Mark, si ha la sensazione di attraversare un ponte cromatico sospeso tra realtà e sogno, dove il quotidiano si trasforma in simbolo e il caos diventa armonia.
L’esposizione, visitabile fino al 7 gennaio 2026, è un invito a perdersi e a ritrovarsi nel colore, nell’ironia, nel segno libero di un artista che trasforma la confusione del mondo in pura energia visiva. Un “anello mancante” che finalmente si ricompone, nel cuore pulsante di Catanzaro.
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