Musica e concerti. Intervista a Costanzo Del Pinto, il braccio destro del chitarrista Dodi Battaglia

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images Musica e concerti. Intervista a Costanzo Del Pinto, il braccio destro del chitarrista Dodi Battaglia

  08 agosto 2022 13:30

di MARIO ARCURI

In giro per l’Italia, dopo lo scioglimento dei Pooh, lo storico chitarrista e musicista Dodi Battaglia, da qualche anno, riempie piazze, teatri e cuori dei suoi fan ripercorrendo cinquant’anni di storia musicale e non solo. Al suo fianco, un gruppo di musicisti di grande livello con un giovane e talentuoso musicista che da sei anni ormai sale sul palco affiancando il “maestro Dodi”.

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È Costanzo Del Pinto, agli inizi definito “il ragazzo del coro” e che oggi, con la sua semplicità, il suo talento e il suo sorriso, cattura l’attenzione del “popolo dei Pooh” che segue il “maestro Dodi”. Lo incontriamo a Vena Superiore, a Vibo Valentia: “Ogni volta è una emozione nuova, diversa. Già stare al fianco di un mostro sacro della musica come Dodi Battaglia fa tremare le gambe. Poi cerchi di non pensarci per non cascare e dai il meglio di te a tempo di musica. Il calore del pubblico fa il resto”. Costanzo Del Pinto, diciamolo subito, è polistrumentista, nasce a San Giovanni Rotondo nel 1992 e cresce a Portocannone in provincia di Campobasso.

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Gli anni della cosiddetta gavetta li vive come un normalissimo ragazzo di periferia innamorato della musica: “La musica è vocazione, quando entri dentro non ne esci più! Suonavo qualsiasi cosa mi capitava per le mani. Devo molto, in questo senso, a mio papà e a mio zio, grandi appassionati di musica in casa. Il colpo di grazia me lo diede proprio zio Rino con la sua mitica Gibson GB, la classica chitarra a forma di diavoletta, da me interpretata quando avevo tre anni in mille modi: la guardavo e mi sentivo impazzire. Era la chitarra suonata da George Harrison ed Eric Clapton per dire…”. “A diciassette anni - racconta Costanzo - suonavo con una band; un mio amico mi ha portato in Russia, una grande esperienza che conservo con le cose più gratificanti della mia vita”. In Russia, infatti, Costanzo partecipa nel 2012 al Festival Internazionale “Speranze d’Europa” e, successivamente in Lettonia, all’International Contest for Young Pop Singer, il più grande festival al mondo per giovani cantanti, seguito da oltre 30 milioni di telespettatori di mezza Europa. In Italia il successo è maturato con l’esperienza di “Amici”, una parentesi altrettanto importante nella sua vita artistica: “Si, è vero. Mi sono formato professionalmente nella scuola di Amici. Io benedirò sempre la formazione che ho ricevuto nella scuola di Amici, mentre il lato televisivo ha fatto invece meno parte di me perché io non riesco a costruirmi, io sono spontaneo, mentre i meccanismi televisivi li condividevo meno”. Racconta il processo di maturazione musicale con garbo, misto ad entusiasmo, per uno come Costanzo Del Pinto che nasce come musicista rock: “il rock era la musica della ribellione artistica se vogliamo, quella che oggi è rappresentata dalla trap music, lontana dal mio mondo, anche se apprezzo l’approccio che i giovani hanno verso questo genere. Quando la mia vita e il mio percorso musicale si sono incrociati con Dodi Battaglia, mi sono innamorato del pop, essenzialmente per una mia qualità vocale. Lavorare e cantare con Dodi è stato ed è molto gratificante e parliamo di un repertorio che si sposa bene con quello che sono io oggi”.

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E se ti chiedessimo qual è il pezzo cantato e suonato con Dodi che ti appassiona di più? “Risponderei senza dubbio Giorni infiniti, è la canzone che mi appartiene di più! Vado fuori di testa quando la canto, è il brano che sia chitarristicamente che vocalmente mi rispecchia molto, riesco a tirare fuori il meglio di me”. Il futuro è adesso per Costanzo Del Pinto: “Dopo il Covid siamo ancora qui, come le formiche che non si scoraggiano e riprendono a lavorare. Sono uscito con un singolo a gennaio e ultimamente con un nuovo singolo, Supersonica che sta andando molto bene, oltre le aspettative”, Ricorda a se stesso e a chi lo ascolta che “a venti anni si lavora solo con il cuore, mentre a trenta succede che con le esperienze fatte, si cerca di tirare su anche la parte razionale. In questo senso sono sempre più convinto che è importante tenere in equilibro razionalità ed emotività”. Alla Calabria riserva una dedica e un ricordo particolare: “Otto anni fa lavorai con il mio progetto a Catanzaro. Ricordo come se fosse ancora oggi, l’accoglienza ricevuta, mi strapparono addirittura una ciocca di capelli! E lo dico perché il calore che abbiamo noi del Sud è davvero particolare e intenso! Voglio tornare in Calabria facendo ascoltare la mia musica”. Il palco chiama, una nuova tappa di “Inno alla musica” del maestro Dodi sta per iniziare. La musica non si ferma. Neanche Costanzo Del Pinto che guarda al futuro con gli occhi della passione e dell’entusiasmo. Buona strada!

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