MusicAma Calabria. Intervista a Nello Salza: "A Lamezia omaggerò Morricone"

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Nello Salza
  14 ottobre 2021 09:42

di CLAUDIA FISCILETTI

Per 35 anni ha suonato con Ennio Morricone, facendo parte delle colonne sonore più premiate e conosciute del cinema. La prima tromba Nello Salza sarà questa sera alle 21 a Lamezia Terme, in un omaggio al M° Morricone che si svolgerà al Teatro Politeama "Franco Costabile". Un legame, quello tra Salza e la Calabria, che affonda le sue radici negli anni precedenti, dal momento che ha iniziato la sua carriera di docente in Conservatorio proprio a Reggio Calabria: "Qui ci vengo spesso e sempre molto volentieri", afferma Salza nella rivista rilasciata a La Nuova Calabria. Soprannominato "La tromba da Premio Oscar" o "La tromba del cinema italiano" dalla critica, ha collaborato con vari nomi eccellenti della musica, Nicola Piovani, Armando Trovajoli, Luis Bacalov e Roberto Pregadio per citarne solo alcuni che si aggiungono a quelle fatte con prestigiosi tenori e soprani come Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli e Andrea Bocelli.

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Quanto è legato ad Ennio Morricone tanto da voler fare questo omaggio?

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"Ho suonato con Morricone per 35 anni e, in realtà, per omaggiarlo in pieno forse ci vorrebbe un mese di seguito, tutte le sere, per tre ore, e forse nemmeno basterebbe considerata la sua produzione. Questo è un omaggio anche umano, non solo musicale. Senza fare polemica, non capisco questi omaggi continui di persone che non l’hanno mai visto e conosciuto, penso si stia esagerando. L’omaggio deve essere consono all’interpretazione e soprattutto alla musica che è stata scritta. Sembra che Morricone sia solo la melodia, ma non lo è, Morricone è anche tutto quello che c’è dietro".

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Qualche ricordo o insegnamento di Morricone che conserva ancora oggi?

"Abbiamo fatto tante cose insieme, lui era una fonte inesauribile di composizioni. Con lui era una lezione di musica ogni volta, sempre una nuova scoperta. L’insegnamento veniva da questo musicista immenso, colto, con una preparazione come pochi che, però, era anche estremamente semplice. Dico sempre che Ennio era semplice in maniera imbarazzante, ed era in grado di farti capire molte cose, anche le più complesse. Era anche un genio e regolatezza: lui si alzava la mattina e componeva, indipendentemente dal cinema. Era certosino, molto preciso e, se proprio lo si voleva fare arrabbiare, bastava arrivare anche solo un minuto in ritardo ad un appuntamento con lui".

Lei è docente al Conservatorio di Napoli, ha notato qualche differenza nel modo in cui veniva appresa la musica quando ha studiato lei, rispetto al modo in cui viene appresa oggi?

"Si è molto cambiato, è tutto molto più ludico, forse ci si avvicina in maniera più semplice a questo tipo di studio. Ormai insegno da molti anni, ho iniziato proprio in Calabria. Ho fatto 4 anni nel Conservatorio di Reggio, poi un anno a Vibo Valentia e in altri conservatori tra Latina, Salerno, Frosinone, e attualmente sono a Napoli dove finirò la mia carriera di docente. Dalla rigidità dell’insegnamento del passato sono usciti fuori i Morricone, i Trovajoli, i Piovani  o Muti, Accardo, Abbado".

Potranno esserci nuovi Piovani o Morricone quindi?

"Non saprei, c’è anche la semplicità della tecnologia di oggi, che aiuta. Morricone ha vissuto tutti i vari passaggi della tecnologia, ed è riuscito a stare sempre al passo coi tempi anzi, avanti coi tempi".

Questo spettacolo a Lamezia Terme segna un ritorno in Calabria.

"Si, in Calabria ci vengo spesso e sempre molto volentieri. A Lamezia Terme, ad esempio, ho suonato praticamente in tutti i teatri e il M° Pollice mi ha detto che il “Costabile” è nuovo, quindi sono felice di poter suonare anche lì".

Chi lo ha ispirato ad intraprendere la carriera di trombettista?

"E’ stato proprio Ennio. Gli dicevo sempre ‘la colpa è tua’, perché da ragazzino ascoltavo la tromba nei film western. In quel periodo è stato precursore della tromba melodica anche perché era il suo strumento originale, lui nasce come trombettista e poi ha studiato composizione".

Per citare un altro grande della musica del cinema con cui ha lavorato, Nicola Piovani sta portando in giro lo spettacolo “La musica è pericolosa”. Per lei la musica è veramente pericolosa?

"E’ pericolosa si, perché la musica ti prende tutto, in modo particolare il tempo, soprattutto quello di noi esecutori che dobbiamo essere sempre in allenamento. Del resto la pericolosità è anche data dal business, quello fatto senza nessun rispetto per nulla. Bisogna sempre avere rispetto soprattutto da parte di chi organizza, anche se questo non comprende la tanto bistratta Calabria che invece ha degli organizzatori molto affidabili".

Ha mai avuto un piano B? Ha mai pensato di fare altro nel caso non fosse riuscito a fare il trombettista?

"Mi sono esibito in tutti i generi musicali ai quali posso accedere col mio strumento e il piano B non ce l’ho mai avuto. Sono andato in conservatorio a 10 anni, quello volevo fare e quello ho fatto. Al piano B ho pensato solo quando ho dovuto scegliere tra Orchestra e l’insegnare in Conservatorio e ho scelto la seconda perché poi mi ha dato modo di essere più libero nel fare la carriera solistica".

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