MusicAma Calabria. La soprano Carmela Remigio questa sera a Lamezia Terme: "Sarà la mia prima volta in Calabria"

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Carmela Remigio
  12 ottobre 2021 09:28

di CLAUDIA FISCILETTI

Questa sera arriverà sul palco del Teatro Grandinetti di Lamezia Terme la soprano Carmela Remigio che eseguirà tra le più famose composizioni di Gaetano Donizetti, Giacomo Puccini, Gioachino Rossini e Francesco Paolo Tosti, oltre alle arie più importanti di due autori calabresi come Francesco Cilea e Nicola Antonio Manfroce. Lo spettacolo fa parte della 43esima edizione di MusicAma Calabria, ideato e diretto da Francescantonio Pollice, che si terra a Lamezia Terme fino al 16 ottobre e, questa tappa, segna per la soprano la sua prima volta in Calabria. "Sarà un’occasione per conoscere questa terra", ha spiegato la Remigio nell'intervista rilasciata a La Nuova Calabria, in cui traspare il suo grande amore per la musica.

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Sarà la sua prima volta in Calabria?
"Si, è la prima volta che vengo in Calabria. Non conosco la Calabria, ma ho tante amiche calabresi che adoro e con le quali vado molto d’accordo e questa sarà un’occasione per conoscere questa terra. Mio fratello ha anche insegnato tantissimi anni composizione al Conservatorio di Cosenza".

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Stasera cosa vedrà e ascolterà il pubblico del Teatro Grandinetti?
"È un programma interamente fatto di autori italiani, da Rossini a Manfroce, da Puccini a Donizetti, a Tosti. Manfroce è proprio un compositore calabrese, molto apprezzato dalla musicologia, di cui canterò un’aria tratta dall’Ecuba. Sarà una carrellata tra autori italiani e autori della Scuola napoletana. Ci sarà il lirismo all’italiana e spero che questo viaggio dentro la nostra italianità sia appagante, divertente ed emozionante per il pubblico".

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Ha interpretato moltissimi personaggi femminili del mondo dell’opera scritti in un’epoca diversa dalla nostra, ma quanto sono ancora attuali?
"I temi che vengono trattati all’interno dell’opera lirica, del melodramma, sono temi che erano attuali nel Settecento, nell’Ottocento e che ancora oggi sono attuali. Si parla di amore, di odio, di vendetta, di tradimento. Al contempo si ride, si scherza. Si può dire che i sentimenti umani non hanno tempo così come ritengo non abbiano un tempo l’opera e la musica classica. Sono immortali, per i temi trattati, per la loro attualità e per la comunicazione che la musica ha sul pubblico".

Quindi le donne dell’opera possono essere considerate anche eroine?
"Assolutamente si, sono eroine. Il loro dramma, spesso, viene accentuato proprio dalla musica, perché lì dove non parla la voce è la musica a farlo, e descrive queste personalità complesse, eroine sfortunate. Ci sarebbe tanta psicologia nelle opere liriche, così come c’è tanto amore e passioni, anche tanto sentimento umano che, talvolta, un po' manca forse perché al giorno d’oggi si fa più fatica a comunicare".

Tra gli autori che porterà in scena questa sera ha trovato qualcosa che li accomuna nelle loro opere?
"C’è un filo conduttore all’interno di tutti i brani che andrò ad interpretare ed è l’amore cantato, l’amore per l’arte, così come quello di Adriana, di Tosca, quello di Ecuba per il figlio. Dunque, l’amore in tutte le sue forme. Inoltre tutti gli autori di questa sera sono molto comunicativi, tutti loro erano dei divi della loro epoca e come tali erano osannati".

Ha un autore, un compositore, che le sta particolarmente a cuore?
"Non è un segreto che Mozart sia un compositore che ha segnato i miei esordi e per tantissimi anni mi ha accompagnato e continua ad accompagnarmi nel mio percorso artistico. Ad un certo punto ho anche scoperto che venivo chiamata dagli appassionati Madame Mozàrt, e questa cosa mi ha resa molto felice perché è un appellativo che mi fa piacere. Di conseguenza tutte le donne mozartiane sono profondamente parte di me, però in ognuno dei personaggi che ho interpretato e che vado ad interpretare porto un po' di me stessa e ritrovo me stessa".

Ha alle spalle, ai suoi esordi, una lunga collaborazione con Luciano Pavarotti.
"Per moltissimi anni abbiamo diviso i concerti dei suoi tour che mi riempivano sempre di gioia, perché avere accanto la voce di Luciano Pavarotti era sempre una grandissima emozione. Era una persona estremamente generosa, lo era nella vita così come lo era nell’arte, sempre molto disponibile con i giovani, pronto a dare un buon consiglio. L’ho sempre sentito parlare in modo positivo dei giovani e sostenerli".

Progetti in futuro?
"Sto studiando la Medea in Corinto di Mayr perché inizierò le prove fra una settimana per il Festival Donizetti di Bergamo".

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