Mussolini non fece cose buone

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Sabatino Nicola Ventura
  25 giugno 2021 17:07

 Mussolini fu il fascismo, e il fascismo fu Mussolini; questo è il metro di misura, non modificabile per esaminare l’ideologia, la prassi, la politica che governarono l’Italia per vent’anni, e che già qualche anno prima, subito dopo la prima guerra mondiale, irruppe violentemente sulla scena politica italiana. Il Fascismo fu un movimento che ebbe seguito internazionale, soprattutto in Europa, in particolare in Germania, Nazismo; in Spagna, Falange; in Portogallo, Estado Novo, e per un breve periodo in altre nazioni, soprattutto durante la seconda guerra mondiale, con i così detti governi fantoccio. Anche l’Argentina di Peron fu da tanti ritenuta una costala dell’ideologia fascista, ma rientra in un caso particolare che, penso, non possa essere, semplicisticamente, definito tale.

Intervengo sulla questione fascismo, sollecitato dalle dichiarazioni del Presidente facente funzione della Regione Calabria, dott. Antonino Spirlì. Egli già Vice Presidente di Jole Santelli con deleghe alle competenze d’indirizzo politico nelle seguenti materie: beni culturali; patrimonio storico, artistico ed architettonico; organizzazione delle attività culturali e teatrali; musei, biblioteche, archivi, associazioni culturali; politiche del commercio e dell’artigianato; legalità e sicurezza. Spirlì scrive: “Condanna assoluta e totale delle leggi razziali e delle guerre coloniali, della seconda guerra mondiale e di Salò ma bisogna riconoscere che il Duce è stato soprattutto all’inizio fautore di una rivoluzione sociale. Per la sua parte socialista mi piace dire che andrebbe riletto e nella rilettura dare una valutazione positiva a quelle che la meritano, poi c’è altro che non la merita. Una rilettura oggi si può fare.” “Ha creato le Case Popolari, le pensioni, l’assistenza all’infanzia, l’assistenza alle donne, le bonifiche, l’industrializzazione, la grande industria della cinematografia con la costruzione di Cinecittà. Insomma tante e tante cose sono state fatte in quegli anni e io non posso dimenticarlo. Perché sarebbe come dire che dalla prima Repubblica dobbiamo cancellare tutto perché ci sono state anche le “stragi”. (Questa ultima frase, non riesco a commentarla, ad aggettivarla, è tale il paradosso che mi lascia incredulo. Posso solo domandare: il dottore Spirlì può continuare a mantenere le deleghe prima ricordate?)  

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Sento l’obbligo di svolgere delle considerazioni volte a fare riflettere.

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In tanti sono intervenuti nel merito delle dichiarazioni di Spirlì, soprattutto in relazione all’elenco delle cose buone che avrebbe fatto Mussolini; interventi che condivido pienamente. Il mio ragionamento, aggiuntivo, va all’aspetto che ritengo fondamentale e dirimente: tutte le dittature sono da condannare senza alcuna indulgenza e attenuanti. Portare a merito la realizzazione di strade, palazzi o leggi di “valenza sociale”, sono argomentazioni gravemente fuorvianti e che snaturano la questione di fondo, che sta alla base di ogni dittatura e nel nostro caso del fascismo.

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Infatti, nulla di buono ha potuto realizzare Mussolini; il suo regime ha praticato violenze feroci e crudeli verso tutto il popolo italiano, e non solo: ha soppresso ogni libertà ed ogni forma di partecipazione democratica, arrivando finanche ad eliminare il Parlamento. Il suo” famoso” discorso del bivacco, riporto la frase brevissima e grave che lo caratterizza negativamente:” potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli; potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti: potevo, ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.” Cosa che poi fece.

Nulla di buono, Presidente Spirlì, si costruisce sulla sofferenza, l’umiliazione di un intero popolo, che soggiogato da una martellante propaganda e dall’occupazione materiale, culturale e politica di ogni espressione istituzionale e privata, in gran parte, “ovviamente” dichiarava e sosteneva “costretto” il regime. Ma non tutti. Molte migliaia furono gli oppositori al regime incarcerati, torturati, esiliati o uccisi dal fascismo attraverso il tribunale speciale, voluto appositamente da Mussolini. Emblematico è il caso di Antonio Gramsci, uno dei più importanti intellettuali italiani ed europei, oggi ancora studiato in tante università nel modo: “bisogna impedire a questo cervello di funzionare per venti anni”; così terminò la requisitoria di Michele Isgrò, il pubblico ministero fascista che lo fece condannare a vent’anni di carcere. Tanti furono i cittadini torturati, percorsi, umiliati (olio di ricino) per le vie brevi, dalle squadracce fasciste, ma anche uccisi: uno per i tanti, Giacomo Matteotti.

Cosa vogliamo trovare di buono, Presidente Spirlì’ in Mussolini? O in Hitler o in Stalin, etc. Nulla. Mussolini è stato un statista criminale.

Mussolini   soppresse ogni libertà individuale e collettiva, le istituzioni democratiche, i sindacati, la stampa non di regime, cosa di buono può avere lasciato in suo ricordo? Nulla, solo dolore e disprezzo.

Presidente Spirlì, sue frasi rasentano, così io ritengo, l’apologia del fascismo. Lei è la più alta figura rappresentativa delle Istituzioni calabresi, e dovrebbe essere in prima fila nella promozione degli ideali contenuti nella Carta Costituzionale, frutto della lotta antifascista.

Riporto un breve passo dell’intervento del 05 giugno 1952 alla camera dei Deputati di Gina Borellini durante la discussione sul disegno di legge Scelba inteso a vietare la ricostruzione di partiti fascisti e l’apologia di fascismo. “…e in quest’aula è stato dimostrato, in questo dibattito, come vivo sia in ogni uomo e in ogni donna il ricordo di ciò che ha significato il fascismo: la soppressione brutale della libertà dei cittadini e la rovina della patria, la distruzione della stessa famiglia” “…chi non ricorda quegli uomini liberi, quei padri di famiglia prelevati dagli squadristi in camicia nera dalle loro abitazioni, dal letto coniugale, dagli uffici di lavoro? Prelavati, bastonati, tradotti in carcere o massacrati davanti alle loro abitazioni, o davanti alle camere di lavoro incendiate.”

Nulla di Buono, Presidente Spirlì. Mussolini è stato peggio dei serial Killer, che sono criminali, quasi sempre, molto intelligenti; preparano con grande scrupolo i delitti, hanno particolare perizia e riescono quasi sempre a mettere in difficoltà la polizia. Sono, infatti assicurati alla giustizia, spesso, dopo tanto tempo, proprio per la loro abilità. Sono però persone che, nella gran parte, conducono una vita irreprensibile, soprattutto privata: ottimi mariti, ottimi genitori, dediti al volontariato, alla beneficenza, insomma persone insospettabili, che fanno cose buone.

Mussolini anche negli affetti privati è stato crudele, ad esempio con la donna con la quale aveva avuto un figlio, e che fece rinchiudere in manicomio per evitare lo scandalo. Fu crudele anche con quel bambino. Fu crudele anche con Galeazzo Ciano, suo genero, che votò liberamente per il superamento del Governo Mussolini, nella famosa notte del Gran Consiglio del fascismo. Ma Mussolini non accettò il voto democratico (lui non era un democratico), e Ciano divenne un traditore e pertanto ucciso. No, Presidente Spirlì, Mussolini non fece cose buone.

È inaccettabile sotto ogni aspetto storico, morale, umano la proposta revisionista di recuperare le cose “buone” di Mussolini. Qualsiasi dittatura, per essere tale, non fa cose buone: la sua natura è già il massimo della non bontà, perché sopprime la dignità dei cittadini, perché li vuole e li rende solo esecutori, e chi si ribella subisce ogni sorta di angherie, anche la morte.

I giovani hanno necessità di essere correttamente informati e formati. È un periodo che rende difficile esaltare i grandi valori di civiltà, ma ci obbliga a non disertare e non stare dalla finestra a guardare. Combattere i disvalori che la nuova destra Italiana, e non solo in Italia, pratica e propone, è un dovere morale, politico ed umano. Basta! Ritorni in campo, senza timore, la cultura dell’antidiscriminazione, della solidarietà, dell’uguaglia, della parità dei diritti, del contrasto al razzismo, della difesa, con le buone prassi, delie istituzioni Democratiche.

Spero che le prossime elezioni regionali non riportino al governo della Calabria persone come Spirlì, ma per raggiungere questo obbiettivo, bisognerà fare perdere il candidato alla presidenza O. Occhiuti. La Calabria democratica, dei grandi valori dovrà impedirlo.

p.s. non ho letto, mi scuso se sarò stato distratto, alcun commento alle esternazioni di Spirlì da esponenti della destra calabrese: chissamai perché?

Sabatino Nicola Ventura

  

 

 

 

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