Nasce la Comunità Slow Food di Bagnara Calabra

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images Nasce la Comunità Slow Food di Bagnara Calabra

  19 marzo 2020 08:09

 

Carmela Mauro, Emanuela Zagari, Salvatore Lombardo, Albino Passalacqua, Rocco Zappia, Rodolfo Passalacqua, Maurizio  Gramuglia, Ivan Bruno, Vincenzo Foca, Pasquale Triulcio, Rocco Salerno, Giovanni, Angelo Giovanni Alati salutano 

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la nuova “Comunità Slow Food di Bagnara Calabra per la valorizzazione e la tutela dello Zibibbo coltivato sui terrazzamenti costieri” che è stata inaugurata a Bagnara (RC) sul finire del 2019. Creata con l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare lo Zibibbo della costiera calabrese denominata “Costa Viola”, contribuirà a sviluppare un’attività generatrice di reddito per i piccoli produttori. Il nuovo progetto nato in sinergia con la Condotta Slow Food di Reggio Calabria, mira a garantire l’adozione di pratiche sostenibili, anche dal punto di vista ambientale.

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Coinvolge 12 persone (*), alcune di loro sono storici produttori che hanno continuato a resistere al graduale abbandono del territorio, altri si sono avvicinati più recentemente appassionandosi alla coltivazione dell’uva e alla produzione di vino.

 

“Per noi, al centro dell’idea di Comunità c’è il bene comune legato al cibo, all’ambiente, alla relazioni sociali, alla spiritualità», dichiara Carlo Petrini, presidente internazionale di Slow Food. «Abbiamo molto lavoro da fare per creare miriadi di Comunità Slow Food nel mondo, ma stiamo iniziando da reti e progetti che sono già attivi all’interno del nostro movimento, inclusi l’Arca del Gusto, i Presìdi, i cuochi dell’Alleanza, i Mercati della Terra e gli orti. Insieme a loro cercheremo di affrontare le grandi sfide dei tempi che stiamo vivendo, a partire dalla crisi climatica e dal collasso degli ecosistemi”.

 

E’ per questo che la Comunità Slow Food è così rilevante per questo territorio», commenta Angelo Alati, portavoce della Comunità Slow Food di Bagnara Calabra per la valorizzazione e la tutela dello Zibibbo coltivato sui terrazzamenti costieri, «ci siamo dati degli obiettivi a breve e media scadenza che ci vedranno impegnati nei prossimi anni. Grazie alla collaborazione del Dipartimento di Agraria di RC, abbiamo già individuato, recuperato e descritto la morfologia dei biotipi. Nel frattempo stiamo ripristinando antichi vigneti che si trovano sui terrazzamenti (armacie/armaceri), valorizzando e tutelando territorio e terreno.

 

Dopo una prima sperimentazione, dall’uva Zibibbo ne ricaveremo Vino, Vino Passito, Uva Passa, Confetture. In sintonia con i dettami di Slow Food, ci piacerebbe organizzare eventi enogastronomici e culturali, tracciare percorsi turistici e Laboratori del Gusto, coinvolgere soci e non alla festa della vendemmia».

 

 

Parlare di Comunità non è una novità per Slow Food. Il termine è entrato ufficialmente nel vocabolario del movimento nel 2004 quando la prima edizione di Terra Madre ha riunito a Torino 5 mila rappresentanti delle comunità del cibo di 130 Paesi del Mondo. Le Comunità Slow Food sono costituite da un gruppo di persone che condividono i valori del movimento internazionale, a partire dalla sua convinzione principale, ovvero che il cibo buono, pulito, giusto è un diritto di tutti e fino a quando anche solo una persona sul pianeta non ne avrà accesso, Slow Food non smetterà di battersi per garantirlo”.

 

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