Nasce una rete civica contro la volontà regionale di invadere di rifiuti e nuove discariche la piana di Lamezia Terme. Ne sono promotori al momento Italia Nostra, Confagricoltura, CIA - Agricoltori Italiani Calabria Centro, Cittadinanzattiva - Tribunale del Malato, Osservatorio Sociale San Nicola, Comitato Malati Cronici, Comitato Lamezia 4 Gennaio, Comitato Salviamo la Sanità del Lametino, Associazione Altrove, Comitato Lavoro, Sanità e Sicurezza, Comitato Lamezia Maltrattata.
Con la scusa dell’emergenza Coronavirus la Presidenza della Regione ha varato una ennesima ordinanza, la n. 45 del 2020, che detta “Urgenti misure per assicurare la corretta gestione dei rifiuti urbani …” e che di gestione corretta per quanto riguarda la piana di Lamezia non ha nulla.
Essa perpetua le politiche finora tenute nel settore rifiuti i cui fallimenti sono sotto gli occhi di tutti. E non è solo questione di capacità e impegno, perché, come ben sa l’Assessore all’Ambiente della Regione, già noto inquirente antimafia e vicecomandante del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, intorno ai rifiuti girano milioni di euro e appetiti molto forti, per cui il mantenimento di un perenne stato di emergenza è l’humus ideale per fare affari in deroga alle normative esistenti.
In tutto questo il territorio lametino sta da tempo pagando un prezzo non da poco. Non solo di vite umane (assassinio dei netturbini Tramonte e Cristiano), ma anche con la presenza di due discariche pubbliche e una privata, dell’impianto di selezione ex Daneco e di una serie di imprese che trattano rifiuti speciali e non in area ex SIR, più la discarica abusiva del fiume Bagni, mai bonificata, e quella mafiosa di Caronte. Senza contare la richiesta di Med Sea Litter di costruire un mega sito a Pianopoli con impianto di trattamento rifiuti marini e discarica da 1.000.000 di mc di rifiuti.
La nuova ordinanza regionale prevede nuovi abbancamenti di 150.000 mc sulla 1a vasca esistente e di 55.000 mc sulla 2a, più la realizzazione, sempre in località Stretto, di una 3a vasca per altri 600.000 mc. Un’ordinanza quindi che, dati alla mano, viola tutte le normative (europea, italiana e regionale), che impongono l’obiettivo primario di “discariche zero” e di riciclo dei rifiuti.
L’eco distretto lametino con un tale popò di pesi ambientali ha già abbondantemente dato. Ora è tempo che altre aree restituiscano i vantaggi ottenuti quando hanno conferito i loro rifiuti nelle tre discariche del lametino costruite con la previsione di durare almeno 15 anni ciascuna ed esaurite invece ognuna in pochi anni perché con il c. d. tal quale proveniente da ogni parte della regione.
Lamezia ha già raggiunto oltre il 50% della raccolta differenziata e fra poco raggiungerà il 65% e così i 28 comuni del lametino ricadenti nell’eco distretto lametino. Non c’è dunque assolutamente bisogno della costruzione di una terza discarica e di nuovi abbanchi sulle due già esaurite.
In località Stretto vicinissimi al sito ci sono diversi pozzi di acqua potabile che servono Lamezia, oltre a due fiumi a destra e a manca delle discariche. Costruirvi una nuova discarica e abbancare in quelle esaurite oltre 200.000 mc di rifiuti significa esporci di nuovo al rischio di inquinamento delle falde acquifere e inquinare l’aria con i fetori dei rifiuti. Significa anche attirare di nuovo stormi di volatili (gabbiani, corvi, ecc.) che oltre a devastare l’ambiente sono vettori di malattie infettive trasmissibili all’uomo ed agli animali. Stormi che oltretutto sono un serio rischio per i voli aerei, come è successo in passato con atterraggi di emergenza risoltisi per fortuna senza morti e feriti.
Il tutto ha poi un impatto fortemente negativo per il settore agricolo, che nella piana di Lamezia (che la Regione ha anche riconosciuto Distretto Agroalimentare di Qualità) ha imprese di eccellenza con prodotti di altissima qualità, anche Doc, Igt e IGP, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Sono stati infine spesi parecchi quattrini per realizzare il nuovo palazzetto dello sport dotato di un sistema di copertura tecnologicamente all’avanguardia e di fascino architettonico ma fatto di cuscini gonfiabili che rischierebbero di essere distrutti dagli uccelli attratti dalle discariche.
La Rete Civica No Discarica chiede che la Regione dia seguito a quanto da essa stessa programmato e disposto ed ai Sindaci di Lamezia e del comprensorio di non farsi complici di programmi di devastazione del territorio, perché tutti gli atti e i documenti che vengono prodotti sul tema dei rifiuti sono sempre edulcorati da tematiche “verdi”, racconti di percorsi ecologici e di nuova vita per i rifiuti, ma dopo 30 anni di mistificazioni, con discariche speciali riempite di rifiuti tal quale ad ogni emergenza estiva, nessuno può più fidarsi. E non si tratta di pregiudizi. Basti pensare che, nonostante siamo privi del Registro Tumori, sembrano esserci evidenze che nelle zone cittadine più fortemente compromesse dal punto di vista ambientale ci sia una maggiore incidenza di tumori.
Contro la terza vasca in località Stretto e gli ulteriori abbanchi su quelle esaurite, contro la nuova discarica di Pianopoli, per una rivisitazione del Piano regionale rifiuti che protegga la salute dei cittadini, bonifichi le discariche del fiume Bagni e della vecchia cava di Caronte e istituisca il Registro Tumori, la Rete Civica avvierà una petizione pubblica sia su internet, sia nelle piazze, e chiede all’Amministrazione Comunale e alla Commissione Consiliare Ambiente di assumere azioni, anche giudiziarie, per fermare questo ulteriore scempio del nostro territorio e di farsi comunque promotrici di un incontro della Governatrice e del suo Assessore all’Ambiente con amministrazioni pubbliche, associazioni e partiti del lametino.
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