Lungo le coste di Steccato di Cutro si è consumata l’ennesima tragedia del mare, per la quale il Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Calabria esprime la massima vicinanza alle vittime.
Si è verificato il triste naufragio di 120 migranti, provenienti dall’Iran, dal Pakistan, dall’Afghanistan, dalla Somalia, da terre segnate da guerre e sogni bruciati, in fuga da Paesi dove l’instabilità sociale e politica ha prodotto un’assenza di governabilità, dove tutto è complesso e la vita umana si baratta facilmente.
Profondo dolore e indignazione per le cause che hanno prodotto la morte di adulti e bambini indifesi, responsabili di cercare un avvenire diverso. Ad un passo da una prospettiva di vita migliore, lontana da indicibili soprusi, profughi vicini alla speranza di condizioni sociali più dignitose hanno trovato la morte. Il dramma perenne dei naufraghi sulla rotta del Mediterraneo non si arresta, dal 2014 le vittime sono oltre 20mila, più di dieci al giorno, un infinito rosario civile, che continua a snocciolarsi sotto l’apatia collettiva.
I numeri delle vittime sono saliti di ora in ora, così come lo sgomento e il senso di impotenza negli occhi di tutti, astanti e telespettatori. I superstiti, circa 60, trasferiti nel centro di accoglienza, per richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto, visibilmente sconvolti, sono stati soccorsi e raggiunti da un abbraccio corale della comunità. La solidarietà è stata tanta, ma non potrà ridursi alle manifestazioni di queste ore, la sofferenza patita non potrà lasciare indifferenti, questa volta no.
Il presidente dell’Ordas Calabria, Danilo Ferrara, in rappresentanza di tutto il Consiglio, ha espresso profonda solidarietà per quanto accaduto: “Non ci sono parole per descrivere i sentimenti che proviamo dinnanzi a tanto dolore, vogliamo rappresentare il cordoglio di tutto il nostro ordine professionale e capire come contribuire ad una riflessione comune, è difficile rassegnarsi e continuare ad assistere, quasi quotidianamente, a viaggi disumani che generano solo morte. Questa immane tragedia dovrà essere da monito per le Istituzioni e la Comunità internazionale, per segnare un punto di non ritorno e agire efficacemente, per porre fine a viaggi brutali e vergognosi che caratterizzano i flussi migratori e incrementano la piaga dei trafficanti di esseri umani.
È fondamentale fare quadrato e attivare un piano speciale di aiuti e di sviluppo per i paesi di provenienza dei migranti. Non possiamo restare spettatori passivi, servono nuove politiche comunitarie sull’immigrazione”. Scriveva Beppe Fenoglio che “il nostro più grande fallimento sta nel fatto che non siamo riusciti a farci fratelli gli uni degli altri”. Un ringraziamento speciale va a tutti i coloro che in queste ore si stanno spendendo per dare supporto concreto ai sopravvissuti; i servizi sociali di Crotone, Cutro e Isola di Capo Rizzuto e l’intero Ambito Territoriale si sono subito attivati in sinergia con altri professionisti ed associazioni per sostenere i rifugiati.
Su queste vittime innocenti l’Europa e la società tutta non può permettersi alcuna retorica, ma solo doverosi e consequenziali atti di responsabilità e segni di civiltà.
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