Un plebiscito (95%) il sondaggio on line della Gazzetta dello Sport
08 giugno 2025 09:22di SERGIO DRAGONE
La panchina azzurra di Luciano Spalletti è appesa a un filo. Se domani l’Italia non batterà la Moldavia con una goleada, il sentiero che porta ai mondiali si farà decisamente stretto. L’avventura del tecnico toscano alla guida della Nazionale sembrerebbe essere arrivata al capolinea dopo la pesante e imbarazzante sconfitta contro la Norvegia.
Un sondaggio lanciato dalla Gazzetta dello Sport sul suo sito web ha fornito un dato davvero sorprendente: il 95% dei quasi quarantamila votanti si è pronunciato per l’affidamento della panchina azzurra a Claudio Ranieri. La vastità del consenso è tale da testimoniare la popolarità e la stima che gli sportivi italiani, a prescindere dalla loro squadra del cuore, nutrono per il nostro ex capitano e nostro concittadino onorario.
Ranieri è fresco reduce dal suo ennesimo miracolo, riportare in Europa la Roma con un rendimento da scudetto, dopo averla rilevata a soli quattro punti dalla zona retrocessione. Ennesimo miracolo perché in precedenza ne aveva operati altri, il più importante di tutti la vittoria del modesto Leicester nella prestigiosa Premier League inglese.
C’è la convinzione che solo un “aggiustatore” come Claudio potrebbe compiere l’impresa di qualificare l’Italia alle fasi finali dei campionati del mondo, da cui manca da undici anni. Il problema è che Ranieri ha nuovamente annunciato il definitivo ritiro dal calcio agonistico per abbracciare il progetto manageriale dei Friedkin. Ma saprebbe dire di no ad una chiamata della Nazionale?
Se lo conosco appena un poco, io credo che non direbbe di no, superando anche le perplessità della sua amata ( e nostra concittadina) Rosanna. Certo il rischio di finire male una carriera strepitosa esiste, ma il pericolo è sempre stato il suo mestiere.
Personalmente sarei molto felice di questa soluzione. Ho una grande stima per l’uomo Ranieri che ho avuto modo di conoscere più di quarant’anni fa al suo arrivo nel Catanzaro di Gianni Di Marzio. Era poco più di un ragazzo e lo ricordo ancora sulla sua Mini Minor assieme ad un altro “gioiello” della primavera romanista, Roberto Vichi.
Claudio è sempre rimasto molto legato a Catanzaro. Anche in una recente intervista concessa a Repubblica ha detto che per lui la parola amicizia ha solo un significato: Catanzaro. Con i ragazzi del 1974 – Palanca, Silipo, Banelli, Braca, Spelta, Giorgio Pellizzaro che è volato in cielo - non si è mai interrotto un rapporto inossidabile e senza tempo.
Così come ottimo è il suo rapporto con l’attuale presidente delle Aquile, Floriano Noto, che questa estate, sia pure timidamente e sapendo di avere poche speranze, aveva provato a chiedergli di chiudere la carriera qui da noi, nella “sua” città e nella squadra che lo aveva lanciato come calciatore.
Se Spalletti cade, la panchina azzurra potrebbe colorarsi un po' anche di giallorosso, della Roma certo, ma anche del Catanzaro. E potrebbe essere il nostro ex capitano a portare miracolosamente l’Italia ai mondiali.
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