'Ndrangheta, 5 misure cautelari tra clan Abbruzzese e Forastefano

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Dia
  09 maggio 2025 10:55

In provincia di Cosenza, a Cuneo e Parma, è stata data esecuzione ad un’ordinanza cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei confronti di 5 indagati, 4 dei quali destinatari di custodia in carcere ed 1 di divieto di dimora nella regione Calabria, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati nei loro confronti, di associazione di tipo mafioso e tentata estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità di agevolazione mafiosa.
Il provvedimento scaturisce da una attività di indagine coordinata dalla DDA di Catanzaro e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza, consistita nel riscontrare le denunce presentate da due imprenditori in ordine a patite tentate estorsioni, nonché nel valorizzare le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia.

Le risultanze acquisite, in particolare, hanno permesso di ricostruire, in termini di gravità indiziaria l’operatività delle cosche di ‘ndrangheta “Abbruzzese” e “Forastefano”, attive a Cassano all’Ionio e comuni limitrofi. Secondo gli investigatori le attività estorsive si inquadrano nel più ampio progetto criminoso finalizzato a reperire i fondi necessari a garantire il sostentamento dei sodali, con particolare riferimento a quelli detenuti e relativi familiari.

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Il delitto di associazione mafiosa è contestato ad un soggetto considerato reggente della cosca “Abbruzzese” a seguito delle plurime operazioni che hanno portato alla detenzione degli altri sodali, nonché ad altro soggetto, convivente di uno degli elementi apicali della consorteria, quale coadiutore nella gestione della contabilità, nonché intermediario nelle comunicazioni tra gli associati.

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Gli arrestati, appartenenti ai clan Abbruzzese e Forastefano, sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità di agevolazione mafiosa. Il reato di associazione mafiosa è contestato a Nicola Abbruzzese, considerato il reggente dell’omonima cosca, ruolo ricoperto dopo gli arresti degli altri sodali del clan; alla moglie Finizia Pepe, ritenuta coadiutore nella gestione della contabilità, ma anche intermediario nelle comunicazioni tra gli associati. Tra gli arrestati ci sono, inoltre, Pasquale Forastefano, Marco Abbruzzese e Francesco Faillace.

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Il provvedimento scaturisce da un’attività di indagine coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Cosenza, consistita nel riscontrare le denunce presentate da due imprenditori in ordine a patite e tentate estorsioni, ma anche nel valorizzare le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia. Gli elementi raccolti, in particolare, hanno permesso di ricostruire, l’operatività delle cosche di ’ndrangheta Abbruzzese e Forastefano, attive a Cassano allo Ionio e nei comuni limitrofi. Secondo le indagini, gli arrestati avrebbero anche reperito i fondi necessari a garantire il sostentamento dei sodali, con particolare riferimento a quelli detenuti e ai relativi familiari. 

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