La Prima sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, presieduta da Giancarlo Bianchi (Adriana Pezzo e Giovanna Mastroianni a latere), ha assolto perché il fatto non sussiste Pasquale Mercuri, 28 anni, e Francesco Morello, 32 anni, entrambi implicati nel procedimento "Nuove Leve" contro la cosca Giampà di Lamezia Terme.
In primo grado Mercuri, difeso dagli avvocati Antonio Larussa e Loredana Mazzenga, era stato condannato a 12 anni di reclusione e Francesco Morello, difeso dall'avvocato Domenico Villella, era stato condannato a 7 anni di reclusione. Per entrambi l'accusa era quella di essere parte della cosca Giampà che si sarebbe mantenuta operativa, dopo l'arresto dei vertici e di parecchia manovalanza, grazie al contributo delle "Nuove leve".
La condanna di primo grado si fondava sulle convergenti dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, i due fratelli Giuseppe e Pasquale Catroppa e Luca Piraina, i quali facevano parte del gruppo guidato da Giuseppe Giampà. Tali dichiarazioni sono state contestate dalle difese che hanno sottolineato la mancanza di chiarezza sulla fonte dalla quale avrebbero appreso appreso le informazioni accusatorie i tre pentiti, visto che tali propalazioni non arrivano né dal loro ex boss Giuseppe Giampà, né per esperienza diretta, visto che Morello e Mercuri facevano parte del gruppo guidato da Vincenzo Bonaddio (assolto in primo grado).
Una tesi abbracciata dai giudici di secondo grado che hanno assolto i due imputati. Revocate anche le pene accessorie irrogate agli imputati e le statuizioni civili della sentenza di primo grado. Novanta giorni per la motivazione.
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