'Ndrangheta a Rho, il Tribunale sequestra beni per 240mila euro ad Agazio Cosimo Carioti

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Tribunale di Milano
  09 febbraio 2024 21:06

Continuano ad essere registrati, significativamente, interessi delle cosche di 'ndrangheta in Lombardia, che pur mantengono legami saldi con la Calabria. Su disposizione del Tribunale di Milano, è stato disposto il sequestro di beni, per un valore di 240mila euro, a carico del 48enne Agazio Cosimo Carioti, originario di Guardavalle, che gli inquirenti considerano elemento di spicco della locale di Rho.

All'uomo è stato sequestrato, dalla Polizia, un immobile ad Arluno, in provincia di Milano. Immobile che risulta intestato alla figlia e insieme al quel sono stati sequestrati anche conti correnti sia intestati a Carioti che ad altri membri della famiglia. Carioti è tra le 55 persone, sotto indagine della Procura per associazione mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti, ma anche all'estorsione e al traffico di armi. 

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Secondo gli inquirenti l'uomo - considerato appunto elemento di spicco della locale di Rho - sarebbe da ritenersi socialmente pericoloso. Il sequestro, per un valore totale di 240mila euro, è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale. Sempre secondo gli inquirenti sarebbe "emerso un quadro fattuale che consente di definire il 48enne quale elemento abitualmente dedito alla commissione di reati che, in relazione alla mancanza di redditi leciti, anche da parte dei familiari, consentono l'applicazione della misura patrimoniale". 

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Il 48enne è una delle 55 persone indagate per associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione e traffico di armi. Stando all'indagine, l'uomo sarebbe stato il coordinatore dell'attività illecita e ha alcuni precedenti che lo portano a essere considerato dall'autorità giudiziaria socialmente pericoloso, proprio per l'appartenenza alla "locale". L'appartamento di Arluno, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato acquistato all'asta dalla figlia di Carioti. Secondo quanto riferito dalla Questura sarebbe stato "finanziato unicamente dai proventi originati dalle attività illecite svolte dall'uomo poiché la stessa risulta priva di ogni forma di reddito e non aver svolto nessuna attività lavorativa".

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