Confiscati, dalla Direzione Investigativa Antimafia, beni per un valore di oltre 10 milioni di euro all'imprenditore, Francesco Falbo - originario di Cutro, nel Crotonese e residente a Sorbolo, nel Parmense - coinvolto nell'operazione 'Aemilia' e ritenuto, dagli inquirenti, contiguo al mondo 'ndranghetista radicato in Emilia. Nel dettaglio, a seguito di un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna, sono stati confiscati 19 immobili, tra fabbricati e terreni situati in Emilia-Romagna, Lombardia e Calabria, 5 società di capitali, 5 autoveicoli e diversi rapporti bancari.
All'imprenditore è stata inoltre applicata la sorveglianza speciale con divieto di soggiorno nel comune di residenza per un periodo di 5 anni. In base alle indagini condotte dagli inquirenti, l'uomo sarebbe coinvolto nel cosiddetto 'Affare Sorbolo', un'operazione di lottizzazione immobiliare dal valore di oltre 20 milioni di euro, con la quale veniva riciclato denaro della cosca Grande Aracri e che ha visto partecipi esponenti di spicco del panorama 'ndranghetista presente in Emilia già condannati con sentenza passata in giudicato. Per questa attività, l'imprenditore - proprietario dei terreni che, passando da agricoli a edificabili, avrebbero resa possibile l'operazione immobiliare - è stato rinviato a giudizio con l'accusa di reimpiego di capitali illeciti con l'aggravante mafiosa.
In particolare, il Tribunale di Bologna condividendo le argomentazioni degli investigatori della Dia e della Direzione Distrettuale Antimafia ha ritenuto sussistente la sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni nella disponibilità dell'uomo.
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