La seconda sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Catanzaro, Arianna Roccia, a carico dell'avvocata Gennaro Pierino Mellea, rimasto coinvolto nell'inchiesta della Dda che ha sgominato vecchie e nuove leve della cosca di Cirò (LEGGI QUI).
Per il professionista catanzarese il magistrato antimafia Domenico Guarascio aveva richiesto la misura dell'arresto nei confronti del professionista (accolta in parte, poiché erano stati disposti gli arresti domiciliari), sulla base di circostanze che li avvocati difensori definsicono "inveritiere e sconfessate dalla suprema Corte, che ha riconosciuto che il professionista si era limitato a fare il suo lavoro di avvocato".
In particolare, la difesa, costituita dagli avvocati Enzo De Caro, Vitaliano Leone, Magda Mellea e Concetta Nunnari, ritiene di essere riuscita a dimostrare "l'assurdità dell'accusa e l'errore giudiziario in cui è incappato l'avvocato. Si spera - commentano i legali - che questa, cosi come altre similari vicende, inducano chi di dovere ad attenzionare l'opera di chi dovrebbe condurre le indagini con imparzialità e serenità, onde evitare la ricorrenza di situazioni del genere in danno della classe forense, purtroppo numerose quanto inutili".
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