Il Procuratore generale di udienza, Giuseppe Lombardo, ha comunicato stamane alla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria e alle difese, il deposito di nuovi atti relativi alla presunta partecipazione della ‘Ndrangheta calabrese al disegno eversivo avviato da Cosa nostra nei primi anni ’90. Lombardo ha utilizzato alcune intercettazioni ambientali registrate il 17 gennaio del 2021 – dopo la sentenza di primo grado che ha visto condannare all’ergastolo Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone quali mandanti del duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo – nel corso di un colloquio, avvenuto a Rizziconi, nella Piana di Gioia Tauro, tra due fedelissimi del boss Giuseppe ‘Pino’ Piromalli, 78 anni.
I due ‘uomini d’onore’, Francesco Adornato, soprannominato ‘Cicciu u biondu’, e Giuseppe Ferraro, come riportato nell’ordinanza del Gip di Reggio Calabria relativa all’operazione ‘Hybris’ di ieri, commentano la posizione del boss gioiese rispetto alla decisione, di aderire o meno, alla volontà delle più note famiglie di ‘Ndrangheta calabresi alla sollecitazione di Cosa nostra di consumare delitti anche in Calabria contro uomini e simboli delle istituzioni.
Francesco Adornato, in particolare, riferiva a Giuseppe Ferraro della scelta di Giuseppe Piromalli di farsi rappresentare nella ‘commissione’, da lui convocata al resort ‘Sayonara’ di Marina di Nicotera (Vibo Valentia), da Antonino Pesce, ‘u testuni’. Una riunione – secondo quanto emerso dalle indagini – in cui era presente, tra gli altri, anche il boss Luigi Mancuso che, a dire di Francesco Adornato, aveva tentato di dissuadere gli altri ‘ndranghetisti presenti a riflettere sulla richiesta di Cosa nostra.
“E’ la prima cognizione diretta ‘in viva voce’ – ha sottolineato il Pg Giuseppe Lombardo nel suo intervento – di quanto avvenuto in quegli anni in provincia di Reggio Calabria con gli attacchi ai carabinieri. Adornato e Ferraro – ha proseguito - sono personaggi legati ai Molè-Piromalli, come testimoniano molte sentenze. Qui non si tratta di commentatori generici, o di collaboratori di giustizia, ma di uomini di ‘Ndrangheta che vivono dal di dentro i fatti accaduti tanti anni fa”. Il Collegio, presieduto da Bruno Muscolo, a latere Giuliana Campagna, ha fissato per i termini a difesa i giorni 13, 20, 22 marzo prossimi. Dal 23 marzo, i giudici d’Appello si ritireranno in Camera di Consiglio per emettere la sentenza.