'Ndrangheta e politica, annullato l'arresto di due indagati ritenuti vicini al clan Gallace

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Il Tribunale di Catanzaro
  26 febbraio 2025 16:06

di STEFANIA PAPALEO

Associazione mafiosa di tipo ‘ndranghetistico, traffico di armi, droga e scambio elettorale. Sono solo alcuni dei reati contestati ai 44 indagati finiti agli arresti nell'ambito del blitz scattato all'alba del 29 gennaio in varie località della costa jonica calabrese e nelle regioni Lazio, Piemonte e Lombardia. Ma adesso per due di loro, accusati rispettivamente di concorso esterno in associazione mafiosa e associazione mafiosa ed armi, i giudici del Tribunale della Libertà hanno annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere che era stata emessa dal gip Sara Merlini. A tornare liberi sono stati Cosimo Andreacchio (difeso dagli avvocati Vincenzo Cicino e Germanò) e Giuseppe Foti (difeso dall'avvocato Vincenzo Cicino), entrambi considerati vicini alla temibile cosca Gallace.

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Nel totale 57 i nomi che figurano nelle carte messe insieme dalla Procura, dalle quali emerge una vera e propria deferenza della famiglia  Paparo nei confronti di Cosimo Damiano Gallace. Lo si evince soprattutto dalle tantissime conversazioni captate nonostante i tentativi degli interlocutori di non essere intercettati, assicurando spostamenti, appuntamenti e tutto ciò di cui Gallace aveva bisogno.
LEGGI QUI I DETTAGLI E I NOMI DI 57 INDAGATI

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Svelati l’operatività e l’assetto dell’organigramma del Clan Gallace, la più radicata cosca operante nel basso Jonio catanzarese, che ha dimostrato continua effervescenza e controllo del territorio in grado di garantire anche lunghi periodi di latitanza ai sodali della cosca stessa, per dirla con l'allora procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla, che aveva coordinato le indagini. Il tutto con un controllo incredibile che ha riguardato “la capacità di condizionamento della campagna elettorale di Badolato e successivamente l’attività dell’ente stesso”, secondo i magistrati e il gip, che aveva trascinato agli arresti anche il sindaco di Badolato, Giuseppe Nicola Parretta, il vicesindaco, Ernesto Maria Menniti, e il presidente del Consiglio comunale, Maicol Paparo.

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Grande contributo all'epilogo della vicenda dal punto di vista cautelare, è stato dato dalla consulenza tecnica del dottore Miriello.

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