'Ndrangheta, Gratteri sul blitz “Karpanthos”: "Territori cerniera collegati dal crimine" (NOMI)

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images 'Ndrangheta, Gratteri sul blitz “Karpanthos”: "Territori cerniera collegati dal crimine" (NOMI)
Da sinistra: il colonnello Mazzullo, il procuratore Gratteri, il procuratore aggiunto Capomolla, il tenente colonnello Di Costanzo

Arrestato anche il sindaco, un assessore ed un consigliere di Cerva

  22 settembre 2023 11:23

di TERESA ALOI

Le immagini del blitz scorrono sul video allestito nella sala conferenza  al primo piano della Procura di Catanzaro. Cessioni di droga,  i cani che cercano lo stupefacente. I quaderni con gli appunti.  

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Due territori cerniera  con la provincia di Crotone - e non solo geograficamente parlando. Cerva e Petronà squassati stamattina dall'operazione “Karpanthos” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata dal Procuratore Nicola Gratteri. LEGGI QUI LA NOTIZIA DEL BLITZ

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"L'indagine - ha spiegato Nicola Gratteri - nasce dall'omicidio dell'omicidio Francesco Rosso avvenuto a Simeri mare nell'aprile 2015.   Nel corso dell'omicidio ci fu  un dichiarante aspirante collaboratore di giustizia poi dissuaso  e ci siamo imbattuti nella cosca che controlla Petronà. Da tempo che non si toccava quell'area considerata di serie B".

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Ma così evidentemente non è. Lo ricorda il collegamento di alcuni parenti di Francesco Coco Trovato nell'indagine.

 "Un'organizzazione criminale di tutto rispetto - ha sottolineato il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla -  in un'area interna del versante ionico al confine con la provincia di Crotone. Un'area interessata da fatti delittuosi  che hanno interessato l'area ma anche soggetti provenienti da questa area che si erano stabiliti in Toscana".

Le ha definite "consorterie aggressive" il colonnello  Giuseppe Mazzullo, comandante provinciale dei carabinieri  che "soffocano l'economia"

Sinergia e collaborazione per  il tenente colonnello Roberto di Costanzo, comandante del reparto operativo   "che ci ha consentito di svolgere con serenità questa attività investigativa particolarmente difficile"

"Difficile perchè i comuni di quell'area sono realtà molto piccole caratterizzate da una sostanziale pax tra le consorterie ma in realtà non solo avvenivano i crimini ma la forza delle cosche era così elevata che non c'era bisogno di arrivare alla minaccia ".

LE INDAGINI

L’attività, convenzionalmente denominata “Karpanthos” (dal nome attribuito, in antichità, alla città di Petronà), condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro, ha consentito di intervenire nell’area della presila catanzarese, ai confini con la provincia di Crotone, dimostrando l’esistenza e l’attuale operatività di un sodalizio di ‘ndrangheta operante nei territori di Petronà e Cerva, avente stabili ramificazioni nelle province di Lecco, Genova e Torino; nonché, di un’organizzazione dedita a un fiorente spaccio di sostanze stupefacenti, operante sul medesimo territorio, di cui fanno parte alcuni affiliati.

Le investigazioni si sono sviluppate attraverso un’imponente attività di tipo tradizionale, consistente in attività tecniche, escussione di persone informate sui fatti, servizi di OCP sul territorio, riscontri “sul campo”, con una parallela attività di acquisizione e analisi di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, corroborate dai relativi riscontri e la cui attendibilità è stata già riconosciuta in precedenti sentenze, oltre all’acquisizione di plurime emergenze di altri procedimenti penali.

Nel dettaglio, l’indagine ha permesso di documentare l’esistenza della cosca di ‘ndrangheta “CARPINO” di Petronà, coinvolta negli anni duemila in una sanguinosa faida, operante nella presila catanzarese e con ramificazioni in Liguria e Lombardia, nonché dell’alleato gruppo criminale di Cerva, detto dei Cervesi, con estensioni in Piemonte e Lombardia, entrambi ora ricadenti sotto l’influenza del locale di Mesoraca (KR), dediti principalmente alle estorsioni in danno degli imprenditori edili e dei commercianti della presila catanzarese attuate mediante incendi e danneggiamenti, alle rapine a mano armata, al riciclaggio e all’intestazione fittizia di beni, al traffico di cocaina e marijuana con differenti canali di approvvigionamento, riconducibili comunque a soggetti operanti nei territori di Cutro o Mesoraca.

Inoltre, l’attività investigativa ha fatto emergere lo scambio elettorale politico – mafioso e l’influenza del gruppo criminale di Cerva sulla locale amministrazione comunale in occasione delle elezioni del 2017, mediante il procacciamento di voti per alcuni degli indagati - all’epoca candidati ed eletti in quella tornata, poi riconfermati nelle consultazioni del 2022 - in cambio della promessa di denaro e di una percentuale sugli appalti pubblici.

È altresì emersa la possibilità della cosca di Petronà di avere a disposizione entrature nella pubblica amministrazione. Nel caso di specie, un dipendente dell’Agenzia delle Entrate aveva messo la propria funzione a disposizione di un affiliato, manifestando la propria disponibilità a ricevere dei falsi, riguardanti proprietà di quest’ultimo, per evitare che costui incorresse in sanzioni o che dovesse pagare l’IMU e ottenendo, in cambio la promessa di favori di varia natura.

I NOMI

David Berlingieri, Petronà; 
Beniamino Bianco, di Oggiono (Lc);
Francesco Bianco, Cropani;
Giuseppe Bianco, Alias u Pilusu, di Petronà,
Pasquale Bianco, di Cropani;
Raffaele Borelli, di Cerva;
Carmine Brescia, inteso Carminuzzu Lava, di Petronà;
Vincenzo Bubbo, di Petronà;
Vincenzo Caligiuri, di Petronà;
Filippo Campagna, di Cropani;
Gianluca Canino, di Cerva;
Edoardo Carpino, di Petronà;
Francesco Carpino, Petronà;
Salvatore Carpino, di Petronà;
Francesco Castagnino, di Mesoraca;
Leonardo Castagnino, di Mesoraca;
Nicola Cavarretta, di Petronà;
Domenico Colosimo, inteso ‘ndrina, di Petronà;
Luigi Colosimo, di Milano;
Simone Colosimo, di Cerva;
Vincenzo Colosimo, di Petronà;
Luca Costantino, di Cerva;
Alessandro Crotonese, di Catanzaro;
Lidio Elia, di Cerva;
Martin Elia, di Petronà;
Francesco Esposito, intesto Scilone, di Petronà;
Giuseppe Ferreri, di Roccabernarda;
Francesco Fico, di Mesoraca;
Pasquale Fico, di Mesoraca;
Pietro Fico, inteso Piero, di Mesoraca;
Claudio Gentile, di Valmadrera (LC);
Mario Gigliotti, di Petronà;
Mario Griffo, di Cerva;
Michele Griffo di Sersale;
Gianfranco Iervasi, di Cerva;
Vincenzo Antonio Iervasi, di Cerva;
Giuseppe Lavigna, di Mesoraca;
Giovanni Lopreti, di Mesoraca;
Luigi Marchio, di Cerva;
Santo Marchio, di Petronà;
Dante Monti, di Catanzaro;
Vincenzo Raffaele, di Petronà;
Cirò Ranieri, di Crotone;
Francesco Ribecco, Suzzara (MN);
Vincenzo Ribecco, di Cutro;
Salvatore Rimedio, di Petronà;
Fabrizio Rizzuti, di Cerva;
Giovanni Rizzuti, di Petronà;
Massimo Rizzuti, di Cerva;
Giuseppe Rocca, di Petronà;
Pietro Paolo Scalzi, inteso Piero o Rapino, di Petronà;
Raffaele Scalzi, di Cerva;
Tommaso Scalzi, di Cerva;
Venanzio Scalzi, di Petronà;
Antonio Scerbo, di isola Capo Rizzuto;
Rosario Severini, di Borgia;
Marcello Talarico, di Petronà;
Serafino Talarico, di Petronà;
Giuseppeina Trovato, intesa Giusy, di Galbiate (Lc);
Giuseppe Colosimo, di Petronà

 

 

 

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