'Ndrangheta, il magistrato Di Bella e quei minori tolti alle cosche per nuovi orizzonti

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Il magistrato Roberto Di Bella

L'audizione in Commissione Antimafia del magistrato Roberto Di Bella, ideatore del progetto per allontanare i minori dai contesti malavitosi. L'appello delle stesse mamme per un nuovo futuro ai figli

  22 novembre 2022 15:43

di PAOLO CRISTOFARO

Dalle relazioni della Commissione Antimafia per il periodo 2018-2020, in particolare della IV sezione, emerge l'audizione del dottor Roberto Di Bella, presidente del Tribunale dei minorenni di Catania e già presidente, sempre per il Tribunale minorile, di Reggio Calabria. Il magistrato in Commissione ha raccontato i risultati e le prospettive legati al progetto "Liberi di scegliere", volto a costruire un futuro lontano dalle cosche per tutti quei minori nati in contesti malavitosi. La mafia non si combatte solo con gli arresti, le condanne i sequestri. La mafia si uccide, in prospettiva futura, soprattutto con la cultura e l'impegno sociale. Con un'educazione alla democrazia e al rispetto degli altri si può sconfiggere la mentalità criminale. Lo stesso Paolo Borsellino disse: "La lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni". Per Di Bella, stando all'udizione in Commissione Antimafia, proprio le giovani generazioni possono essere veicolo per costruire una società migliore.

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IL PROGETTO "LIBERI DI SCEGLIERE", I MINORI TOLTI ALLA MAFIA, IL RUOLO GENITORIALE - "Usando l'intuizione ha esaminato il rapporto tra i minori appartenenti a famiglie di 'ndrangheta e il concreto pregiudizio evolutivo subito", scrive la Commissione Antimafia a proposito dell'operato di Roberto Di Bella. "La cultura di 'ndrangheta si eredita all'interno della famiglia", ha dichiarato il magistrato in audizione parlamentare antimafia. "Dal 2012 abbiamo iniziato ad adottare dei provvedimenti civili di decadenza o limitazione della responsabilità genitoriale e - nei casi estremi - di allontanamento dei minori dal nucleo familiare", ha spiegato. "L'allontanamento, anche dalla Calabria in casi estremi, serve per consentire loro di sperimentare orizzonti culturali, sociali, psicologici e affettivi diversi da quelli che respirano nel contesto di provenienza. Abbiamo adottato molti provvedimenti che hanno riguardato più di 80 minori, trovandoci ad intercettare quello che potremmo definire un bisogno sociale", ha proseguito nella sua dichiarazione riportata nei verbali della Commissione Parlamentare". 

PREVENIRE LA MENTALITA' MAFIOSA: IL RUOLO DELLE SCUOLE E DELLA POLITICA -  "Molte madri stesse ci hanno chiesto di allontanare i loro figli dalla Calabria", ha rilevato Di Bella. "Sono circa 25 i nuclei familiari andati via dalla Calabria. La prassi da noi adottata è poi diventato un protocollo governativo", ha spiegato il presidente del Tribunale minorile di Catania. Tuttavia, stando al magistrato, per concretizzare e consolidare il lavoro svolto occorrerebbe una legge apposita, che possa rafforzare le misure. "L'aspetto culturale è fondamentale, ma i tribunali e l'autorità giudiziaria arrivano ad intervenire su situazioni già patologiche, ma la prevenzione primaria deve farla la scuola", ha continuato in audizione. Per Di Bella occorre investire tempo nella prevenzione scolastica della devianza minorile, specialmente in contesti difficili, con modifiche normative che in alcuni casi sono anche a costo zero

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I BISOGNI PSICOLOGICI DEI MINORI TESTIMONI DI GIUSTIZIA - Nell'audizione al dottor Di Bella si è parlato anche di quei genitori non inseriti nei programmi di protezione, perché ancora, rispetto al partner, contigui o interni alle compagini criminali. L'attenzione anche per questi minori che vivono a cavallo tra due mondi dovrebbe essere fondamentale. "Tra 6000 tra testimoni e collaboratori di giustizia, quasi 2000 sono minorenni e per questi ultimi ci sono solo 3-4 psicologi del Servizio Centrale di protezione", ha spiegato il magistrato. "In fase di avviamento del programma di protezione, spesso questi minori devono permanere in alberghi, lontani dalla terra d'origine, anche per lungo tempo. In questi mesi non hanno assistenza psicologica, né risulta conveniente farli recare presso ambulatori pubblici. L'assistenza psicologica è fondamentale. Il Dipartimento di Giustizia minorile non ha psicologici in carico, se non in casi eccezionali", ha raccontato Di Bella. Bambini, ragazzi, mamme, giovani cittadini che necessitano dell'aiuto fondamentale per staccarsi da quelle radici di sangue e di illegalità per trovare serenità, normalità e futuro.

UN PROGETTO STUDIATO ALL'ESTERO, DA HARVARD AL TRINITY COLLEGE - L'eco del progetto "Liberi di scegliere", del quale Roberto Di Bella insieme a "Libera", a Don Ciotti, ad altre associazioni, si è fatto promotore, ha avuto un'eco formidabile. Del progetto educativo, culturale, ma soprattutto di assistenza sociale si è parlato anche all'estero. Il magistrato è stato invitato all'Università di Harvard per parlarne e le sue procedure sono state studiate al Trinity College di Dublino. "Bisogna coltivare e alimentare i sogni di speranza laddove sembrava che non ve ne fossero", ha rimarcato con forza Di Bella nell'audizione verbalizzata della Commissione Parlamentare. L'auspicio è che le forze politiche e sociali non perdano di vista questi importanti obiettivi, favorendo strade e percorsi di rinascita e di inserimento in un contesto costituzionale, pulito e libero.

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