'Ndrangheta. Il pentito reggino Fracapane muore di infarto, ma i fratelli lo scoprono un mese dopo: scatta la denuncia

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images 'Ndrangheta. Il pentito reggino Fracapane muore di infarto, ma i fratelli lo scoprono un mese dopo: scatta la denuncia
Giovanbattista Fracapane

I familiari del collaboratore di giustizia chiedono la verità e sollecitano l'autopsia tramite l'avvocato Claudia Conidi

  10 gennaio 2021 14:41

di STEFANIA PAPALEO

Arresto cardiocircolatorio. Così è morto a 58 anni il collaboratore di giustizia di Reggio Calabria, Giovanbattista Fracapane. Un decesso avvenuto circa un  mese fa, ma comunicato ai suoi familiari solo nelle scorse ore. Tanto da far sorgere tanti, troppi dubbi tra i fratelli del pentito che, senza perdere tempo, hanno già conferito mandato all’avvocato Claudia Conidi di procedere all’accertamento in via giudiziale, sollecitando la Procura competente a disporre l’autopsia, finalizzata ad accertare che si possa procedere alla verifica medico legale delle cause del decesso, previa denuncia dei pregressi  alla morte.

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Secondo la penalista, “è’ davvero strano che le voci correnti tra ambienti criminali della 'ndrangheta circolino così disinvoltamente  in questi dolorosi frangenti, al punto da arrivare alle orecchie dei giornalisti, che, per loro mestiere, le rivelano ai più. Tra questi, però, vi sono anche i parenti del defunto, che, forse, meriterebbero comunque il loro rispetto, soprattutto nel far accertare, attraverso l’esercizio sacrosanto di un loro diritto, le cause della morte di un loro parente”.

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L’avvocato Conidi, dunque, stigmatizza il ritardo con il quale i fratelli di Fracapane sono venuti a conoscenza della sua morte, visto che “il diritto dei fratelli involge anche quello  di conoscere tempestivamente da chi di dovere , ovvero da parte di chi  ha  avuto il dominio sulla protezione e la gestione del pentito, dell’avvenuto decesso di un loro congiunto e non già da altri, e ciò per poter dare un ultimo saluto alla salma e capire le origini della sua morte, non essendo lo status di collaboratore di giustizia impeditivo a che ciò avvenga, essendo i legami di sangue indefettibili, e avvenendo la morte una volta soltanto”.

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Da qui la decisione dell’avvocato di andare fino in fondo alla vicenda, avvalendosi dei canali istituzionali che si andranno ad attivare di qui a poco, previa denuncia alle Autorità competenti. “Pertanto – incalza l’avvocato Conidi -, ferma restando la morte del Fracapane  Giovanbattista, che non è assolutamente incerta, ma purtroppo appurata e comunicata ai familiari del “pentito”, nei termini e modi insoliti che saranno evidenziati all’A.G. competente, si auspica ora il dovuto rispetto nei confronti di chi, già afflitto dal proprio lutto  per la morte di una persona cara, e ciò a prescindere dalle sue scelte di vita, possa serenamente affidarsi  non già a congetture, scoop o bisbigli  in ambienti che di certo hanno solo una cosa: l ’inaffidabilità assoluta. Certa di portare avanti, anche in questo caso, una giusta causa inerente a diritti sacrosantamente sanciti – conclude l’avvocato Conidi -, esprimo la mia più assoluta fermezza nell’affidarmi a chi di dovere”.

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